giovedì 9 gennaio 2014

serie televisive 2014 [Gennaio parte 1] - Sherlock, Community, Intelligence

Sherlock


Con l'anno nuovo la BBC ci regala un ritorno in grande stile, Sherlock is back!
Ed è un ritorno in grande stile, con una grossa pernacchia a tutti quei supernerd (me compreso) che si stavano scervellando su come Moffat e Gratiss avrebbero giustificato lo scorso finale di stagione. Il primo episodio mette un po' troppo da parte l'investigazione concentrandosi sul grande ritorno, ma domenica scorsa si redime con una delle più belle puntate di sempre.
Ormai Cumerbatch e Freeman insieme fanno paura. Non voglio vedere nessuna feturette, intervista o approfondimento che mi riveli qualunque cosa che non sia che fanno le vacanze insieme e sono best friend forever anche nella vita reale. Aspettiamo il finale di stagione, ma per ora sono già molto soddisfatto!

Community


Ricomincia Community. Nuovo starting point, con Jeff che viene assunto come insegnante al Greendale, stessa squadra, ma senza Chavy Chase che appare però in un cameo geniale alla fine della prima puntata. Che dire... Community aveva cominciato con un paio di stagioni spettacolari, mettendo nella mischia almeno quattro personaggi su cui, da soli, potevi creare una serie. Poi è avvenuto un Reverse-Sheldon-Cooper. Lo Sheldon Cooper è quel fenomeno per cui hai una bella serie con un personaggio molto forte e finisci per mandarla in vacca rendendola troppo dipendente dal suddetto personaggio (ogni riferimento a Sheldon Cooper e a Big Bang Theory è assolutamente voluto). In Community, secondo me, è successo il contrario, tanti bei personaggi, ma nessuno sulle cui spalle caricare la serie. Nessuno a cui affidare il coinvolgimento emotivo e narrativo che è necessario per creare spettatori fedeli. Peccato, rimane comunque una serie apprezzabile, ma è come guidare un ferrari solo in prima.

Intelligence (not so much)


Ok arriviamo alle note dolenti. Quando ho letto che Josh Holloway avrebbe fatto una serie tipo Chuck, ma seria ho pensato subito a questo:


L'abbiamo visto tutti Mission Impossible 4 (tutti quelli con cui parlo ancora) e nella prima scena il Sawyer nazionale, se la cavava egregiamente nei panni della spia, quasi ce lo vedresti come spalla (spalla alta) di Tom.

Poi esce il teaser di Intelligence, che pare abbia lo stesso direttore della fotografia di Un medico in Famiglia, ma dà seguito a quella fantasia che ti eri fatto vedendo Josh saltare dal tetto sparando. E inizi a crederci contro tutto e tutti.

Sbagliato.

Intelligence è un medico in famiglia con le spie. Peccato, ricorderemo comunque Josh così, come delle bimbeminkia con le caldane.


Senza la barbetta e il capello lungo non sei nessuno Josh!


MM

P.S.

Se proprio vuoi fare una finta serie per maschi, che in realtà la tua ragazza ti fa vedere per spizzarsi Josh Holloway, almeno evita di vestirlo da sfigato...

I guanti senza dita? Il maglione all'uncinetto fatto da nonna Holloway? Ma davvero?! Not cool!

martedì 17 dicembre 2013

Il ritorno di PK - Universo PK



Tranquillo, riallinea i chakra, prendi un bel respiro pronfondo e...

SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!

Ok, riproviamo.
Obbiettività, controllo, professionali...

SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!

Ritorna PK, il fumetto che ti ha convinto che fare fumetti, un giorno, non questo, uno avanti nel tempo, sarebbe stato il tuo lavoro. Il fumetto che ha plasmato la tua giovane mente, il fumetto che...

SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!

Non ci riesco. Il 5 di gennaio esce in edicola, ma io chiedo comunque al giornalaio ogni giorno se può rompere per me il day one. Lui non sa cosa sia il day one, io mi rendo conto che non vuol dire nulla quello che gli chiedo, ma è più forte di me. Pk per me ha lo stesso valore della sacra sindone, solo più sacro.

Tito Faraci sarà al timone dell'impresa, Universo PK sarà un what if in cui Paperino si troverà da solo (senza gadget e Uno) ad affrontare la minaccia aliena degli Evroniani. E io sono davvero commosso, commosso del tipo lacrime napulitane. E questa sembra che sia solo la fase uno e che in servo, per noi Pkers, ci sia un secondo progetto, diretto dal sommo Artibani. Ora io lo sapevo che quest'anno mi ero comportato bene, ma Babbo Natale come minimo vuole anche una mazzetta per questa consegna!

MM


I sogni segreti di Walter Mitty


Copio e incollo la trama dal sito di Repubblica, che scrivere i riassunti è una noia mortale!

Walter Mitty è un moderno sognatore, un comune editor fotografico di un magazine che compie regolarmente dei viaggi mentali lontano dalla sua noiosa esistenza, entrando in un mondo di fantasie caratterizzate da grande eroismo, appassionate relazioni amorose e costanti trionfi contro il pericolo. Ma quando Mitty e la sua collega, della quale è segretamente innamorato, rischiano di perdere il lavoro, Walter è costretto a compiere l'inimmaginabile: passare veramente all'azione - partendo per un viaggio intorno al mondo più straordinario di quanto avrebbe potuto mai sognare.

Guardatevi anche il trailer:

Walter Mitty, dopo la sua redenzione e la sua ascesa a uomo-con-la-barba-che-viaggia, viene definito da un suo nuovo amico nella maniera più adatta a definire il film: -Sembra che Indiana Jones abbia deciso di diventare il leader degli Strokes- ed effettivamente è un po' l'impressione che da anche Ben Stiller alle prese con una storia fuori dalle sue corde. Il film è un ode all'analogico contro il digitale; basta pensare al fallito tentativo di approccio che Mitty tenta, nei confronti della sua collega, grazie al sito di incontri o al semplice fatto che la sua mansione a Life è il manager dell'archivio negativi. Le critiche si sono quindi sperticate nel definire il film una stroncatura ai nuovi media e social network in favore dell'esperienza reale, dell'avvicinarsi davvero alla gente e ai luoghi dell'umanità; ma la cosa che sfugge alla critica è che, il linguaggio visivo di tutto il film, è invece quanto di più vicino alla cultura di quei media. A iniziare da una fotografia che è evidentemente figlia di istagram, desaturata quanto nell'effetto vintage sui vostri iphone, per continuare con le inquadrature a picco sulla folla in uscita dal lavoro e i titoli di testa (bellissimi) incorporati nell'immagine. E la parte più riuscita del film è proprio quest'aspetto visivo minimalista, grafico... hipster. La storia è esile, dai risultati prevedibili (non è un giallo quindi pure sticazzi), ma soprattutto un tantinello troppo smielata nel finale. Ma nel complesso ci si può stare, basta non andare al cinema convinti di vedere un film di Wes Anderson o di Edgar Wright, per non rimanere delusi dal film di Ben Stiller. Dopo tutto esce a natale ed è una favola, un'iperbole di buoni sentimenti, ci possiamo anche concedere una sospensione del nostro cinismo moderno per un paio di ore, no?

MM

p.s.
Il trailer e il materiale propagandistico sono tutte cose bellissime, beccatevi le variant del poster!








domenica 15 dicembre 2013

Edge of Tomorrow



E finalmente esce il trailer del film di Gears!
Ah no.



Ora che siete gasati con me, qualche nota a piè di pagina.

1- A Tom le faccette funzionano ancora benissimo.
2- La regia è di Dog Liman, che ha diretto Jumper, ma anche The Bourn Identity.
3- Tom era l'unico attore che al momento potesse indossare quell'armatura sgraziata e tozza e bruttina, continuando a sembrare un figo.
4- Il racconto da cui è tratto Edge of Tomorrow, si intitola All you need is Kill, titolo altamente più tamarro di quello prescelto, ma alla fine deve passare ancora al vaglio della consulta di babbuini che traduce i titoli in Italia, quindi c'è ampio margine di peggioramento: Il bordo del domani è la mia umile proposta, ma anche Ricomincio da capo 2, non sarebbe male!
5- Per quanto il trailer sia maranzo al punto giusto, la lista infinita di sceneggiatori (Steve KlovesTim Kring,Christopher McQuarrieAlex KurtzmanRoberto OrciDante HarperJoby HaroldJez Butterworth) e il fatto che abbiano dovuto girare, a riprese finite, delle scene aggiuntive, non è che sia proprio una bella notizia per quanto riguarda la coerenza della storia, ma vabbè, Tom indossa sto casco qui:



Considerate tutte le buone motivazioni per cui andare a vedere il film, quelle negative vengono spazzate via dal fatto che c'è Emily Blunt in canotta che fa le flessioni, no... dico sul serio... lo andrò a vedere per quello.



MM

sabato 14 dicembre 2013

I Sogni Segreti di Walter Mitty


Mi piacciono le commedie romantiche. Ormai lo sapete, se seguite il mio blog, che sono un tenerone. Lunedì vado a vedere questo in anteprima e ve ne parlo, ma un po' Ben Stiller mi ha già conquistato. Mi sa che Stefano Simeone, il mio coinquilino dall'animo hipster, mi ha contagiato!


P.S.
Poi qualcuno mi spiega perché non hanno tradotto letteralmente il titolo originale: The secret Life of Walter Mitty...

MM

giovedì 12 dicembre 2013

Hugo award challange - Morire per Vivere di John Scalzi



Internet è un posto bellissimo, un luogo magico in cui, se parli di uno scrittore vincitore del premio Hugo sul tuo blog, poi quello ti risponde a stretto giro. E ti corregge. Un po' come nelle fantasie di Woody Allen in Io e Hannie, in cui, un critico improvvisato in coda al cinema, viene zittito dall'arrivo del regista stesso.


Non è stato esattamente questo il caso dello scorso post, ma se vedete fra i commenti, noterete l'intervento di John Scalzi, l'autore del vincitore del premio Hugo di quest'anno: Redshirts. Scalzi, mi ha amichevolmente rimproverato di aver fatto un po' di confusione. Ero sicuro che, il titolo italiano del suo nuovo libro, Redshirts appunto, fosse Morire per Vivere (che alludesse alla caducità delle magliette rosse in Star Trek). Invece Morire per vivere è Old Man's War, il suo primo romanzo pubblicato. Redshirts, in Italia, ancora non si vede all'orizzonte. Quindi, con il permesso del pubblico del blog (che me lo deve dare per forza visto che qui sono un dittatore dal pugno di ferro) sostituirò, nel percorso della Hugo Challange, Redshirts con Morire per Vivere... in inglese leggo ad una lentezza imbarazzante e qui si rischia che, qualcuno dei follower più attempati, ci rimanga e non riesca a vedere la fine di questa rubrica.

Com'è il libro di Scalzi? Bello. Quanto bello? Bello, bello per essere un'opera prima, ma pure in generale scalcia parecchi culi.



La prima cosa che ho davvero apprezzato del libro di Scalzi è che è fantascienza pura. Niente contaminazioni, fighetterie, ripensamenti del tipo: ma sarà abbastanza evidente la critica alla società moderna fra una sventagliata di laser e l'altra? Morire per Vivere è un solidissimo romanzo di fantascienza con un'enorme debito con Fanteria dello Spazio (debito di cui fa menzione lo stesso Scalzi tra i ringraziamenti) e in generale con tutta la fantascienza di cui mio padre mi nutriva fin da bimbo.

Visto che c'è un bel colpo di scena a un terzo del libro il "riassunto" della trama sarà tenuto al minimo. Se non volete sorprese, evitate di la quarta di copertina del romanzo o la trama su Amazon... chiunque scriva le quarte, deve morire scomodo... scherzo lo so che è difficile. Ma alcuni, se lo meritano comunque.

La storia segue le avventure di John Perry, settantacinquenne che, come la maggior parte dei suoi coetanei, decide di arroularsi nelle FDC, Forze di Difesa Coloniale, e partire per la prima volta dalla Terra. Uno dei motivi principali per cui ci si arruola, è che i terrestri immaginano che le FDC abbiano un modo per ringiovanire i loro corpi decrepiti. Ad attenderli nello spazio c'è una guerra di cui, sulla Terra, vengono tenuti all'oscuro, una tecnologia infinitamente più sviluppata di quella del loro pianeta, e una miriade di razze aliene in competizione per il dominio dello spazio. Insomma il sogno bagnato di ogni geek che si rispetti.

La prosa di Scalzi è essenziale, con un ritmo sostenutissimo e un'ottima qualità di dialogo. Una piacevole linea comica alleggerisce la prima parte, quella in cui si parla ancora di arzilli settantenni, e non di soldati che vanno a morire, poi il libro matura, insieme alla consapevolezza dell'autore e del personaggio e diventa uno splendido esempio di fantascienza bellica. So che, nello universo narrativo di Morire per Vivere, Scalzi ha ambientato Le Brigate Fantasma, edito in italia dalla Gargoyle, e altri due romanzi inediti che sono: The Last Colony e Zoe's Tale e infine, una raccolta di racconti The Human Division. Ora, con calma, fra un premio Hugo e l'altro, ho deciso che inizierò a leggerli tutti, convinto che saranno un crescendo come lo è anche questo libro da pagina 1 a pagina 318; un crescendo di figaggine scify pura e semplice. John: hai un nuovo fan. 

Nella prossima puntata: il talentuoso China Mieville, di cui ho già adorato Perdido Street Station, con La Città e la Città, vincitore ex-equo con Bacigalupi dell'Hugo nel 2010... il libro di Bacigalupi, manco a dirlo, in Italia non l'hanno ancora tradotto. 

MM

Punteggio ad oggi:
14/65

martedì 10 dicembre 2013

The Monuments Men


E' un film, tratto da una storia vera, con una trama pressoché geniale e con un cast che sembra fatto da un gruppo di fan, ora inizierò a rompere le palle pesantemente per andare a vederlo in anteprima, voi nel frattempo godetevi il trailer.


MM