lunedì 19 novembre 2012

Halo 4 la recensione Di Halo 4 e parecchie altre cose...



Ho aspettato per fare la recensione di Halo 4. Ho aspettato di essermi stufato (ufficialmente e prima della fine) della campagna in single player, e di essermi convinto che il multi, come al solito, è una vera figata.

La storia che mettono in piedi i ragazzi della 343 toppano clamorosamente la campagna, perdendosi per strada una delle cose più importanti per un titolo Halo di successo: l'epica. Infatti stiamo parlando di una serie che a epicità fino ad ora stava messa giusto un gradino sotto al vecchio testamento (quello in cui la gente si ammazza e Dio sfaragna via eserciti con piogge de foco e simili) e almeno uno sopra al Signore degli Anelli che, ammettiamolo sinceramente, a metà del terzo libro abbiamo tutti iniziato a saltare le pagine in cerca di parole chiave come spada, armatura menare tra una caterva di licheni rigogliosi e descrizioni soporifere dei peli del naso del nonno di Aragorn.
Paragono Halo alla Bibbia, quella vera e pallosa, e quella degli ebrei, perché nella mia personale formazione videoludica (scarsa devo ammetterlo) Halo è il mio punto di arrivo e non ritorno, in assoluto il gioco in cui più ripongo la mia fede e speranza.
E' anche il gioco a cui ho giocato di più in assoluto (salvo forse a Doom 1 e 2, ma non vale non avevano nessuna concorrenza al tempo) e Word.



Sì Word del pacchetto excel, quello per scrivere (puntualizzo, per i lettori bimbominchia che hanno iniziato a scrivere su msn). Mio padre un'estate del 95 mi presentò l'applicazione del nuovo e fiammante Windows 95, come "un gioco bellissimo in cui si inventano storie e poi si va dall'editore a farsele pubblicare". Per giorni ho dettato annoiato la mia prima storia a mio padre, nella fremente attesa del mutamento della noiosissima  schermata bianca di Word in una mappa interattiva per arrivare dall'editore, che naturalmente nella mia mente bisognava affrontare in duello per farsi mollare i soldi della pubblicazione. Lo scoprire che si doveva solo scrivere e non era poi un gioco vero e proprio, è una delle mie prime grandi delusioni. Poi dici che sono cresciuto strano, certo che ci si sono messi d'impegno a confondermi le idee.

Comunque a parte le giornate passate a giocare in due a Doom (io mi muovo, mio fratello spara che sono il più grande quindi ho il compito più difficile) quelle passate con Halo sono decisamente le più importanti della mia vita carriera da giocatore.



L'amore per la serie Bungie è cominciato con Halo 2, che avevo finito al negozio da mio padre sulla console in prova. Sì, fate bene a provare invidia, mio padre gestiva un negozio di videogiochi e il vostro, al massimo, dal lavoro v'ha portato la calcolatrice (spocchietta mode=off). Halo 2 era una cosa favolosa, ma io ancora non avevo ben capito cosa significasse giocare online e non avevo mai apprezzato a pieno l'esperienza. Anche perché, ora che faccio mente locale, al negozio l'xbox non aveva la connessione, e io, visto che ci giocavo giornate intere lì, non avevo diritto ad averne una a casa (mi sa che mò ridete voi).



Halo 3 invece arriva nel 2007, in contemporanea alla mia ribellione post adolescenziale in cui decido che da grande voglio fare i fumetti e che posso lavorare mentre studio all'università e comprarmi una mia console. Naturalmente fumetti vs videogiochi vs università è stato uno scontro dall'esito abbastanza scontato. E no, non sono diventato dottore in medicina.
Il multiplayer di Halo 3 è una vera e propria droga, le serate con gli amici iniziano a finire la mattina dopo, i nostri avversari iniziano a darci dei cheaters e mia madre a sospettare che mi droghi quando mi presento la mattina con occhiaie che manco Benicio del Toro il cinco de mayo.
La verità è che Halo 3, per la mia generazione è stato una pietra miliare, tramite Halo abbiamo separato gli hardcore gamer dai bimbominchia, quelli dei cui consigli ti potevi fidare, da quelli che - Assassin's Creed è un giocone!-



Halo Reach: vedi sopra per quanto riguarda la scimmia. Solo leggermente più razionale, ci giocavo un botto, ma non come al 3.
Nel frattempo i miei si erano messi l'anima in pace per quanto riguarda l'università e io ho iniziato ad andare dagli autori (quelli veri), scoprendo che erano più tosti del più tosto fra i Boss da videogame.

Madonna quando mi impegno divago davvero di brutto.
Ormai non ha più senso parlare di Halo 4, mica c'ho abbastanza cose da dire per pareggiare il conto con le cazzate dei primi paragrafi.
Cambio titolo così non sembra che sono logorroico e la finisco alla svelta che sennò scrivo la mia biografia e mi devo fare una foto in bianco e nero alla Stephen King.



Halo 4 nasce dopo il passaggio da Bungie a 343. C'era chi gridava al disastro prima di vedere il primo screenshot, chi aveva fede incrollabile in Halo a prescindere, chi come me incrociava le dita e sperava non fosse un'altra Minaccia Fantasma (che ho rivisto da poco e... è ancora brutto, brutto).
Si è rivelato povero nella campagna, privo di epica (ecco dove mi ero iniziato a perdere), ma molto valido nel multiplayer. Nel complesso sono soddisfatto.

MM



giovedì 15 novembre 2012

GTA V


Alla Rock Star fanno giochi quasi perfetti. Se non avete giocato a Red Dead Redemption potete anche smettere di leggere questo post, mettere gli stivali con gli speroni (come non c'avete manco quelli!?) e andare nel saloon gamestop più vicino a recuperarne una copia. Fatto? Ok ci vediamo fra svariate ore di gioco quando sarete abbastanza uomini da catturare e domare un mustang selvaggio.
Ora che vi è cresiuto il pelo sul petto e avete imparato a sputare nella scollatura di una baldracca da saloon mentre sparate a una banda di desperados, potete vedervi i due video di GTA V.






Ok io ho già una scimmia grossa come quella di Congo su una spalla. Pesa un po', ma deve stare solo fino a primavera dell'anno prossimo.

MM

martedì 13 novembre 2012

La Redenzione del Samurai



Ormai che mi piace come scrive Roberto è abbastanza chiaro. Ultimamente ho anche la fortuna/sfortuna di vedermi corrette le mie sceneggiature da lui, quindi non sono proprio un campione di imparzialità, ma d'altronde non penso troverete molte recensioni negative sulla rete del suo ultimo lavoro: La Redenzione del Samurai.

Il secondo albo de le Storie della Bonelli editore è un piccolo capolavoro, a cominciare dai disegni di Accardi che anche vincolato dal classico formato da edicola, trasmette tutta la maestosità del Giappone feudale, i suoi spazi aperti e i suoi infiniti orizzonti. Riesce in un'operazione che non c'entra con la documentazione storica e la correttezza delle fonti; fa rivivere l'ideale di Giappone che alberga nella fantasia del lettore. Tutto grida samurai nell'albo. Nei silenzi delle vignette mute, pare quasi di sentire il rumore attutino dei passi di Tetsuo sulla neve o il frusciare dei rami al vento. C'è qualcosa di magico nel lavoro che Accardi ha fatto sulla Redennzione del Samurai.
C'è anche, oltre alla magia, un sacco di tecnica che, anche se vivo con due disegnatori, non riesco a spiegarvi, una roba sull'uso particolarmente "ninja" dei retini che Stefano ha provato a più riprese a spiegarmi. Per tutti noi comuni mortali, che non sappiamo tenere la matita dal verso giusto: non potete non rimanere incantati dalla bellezza delle tavole di questo meraviglioso Chambara.


Per quanto riguarda la sceneggiatura, Roberto riesce a essere, tanto per non lasciare le metafore giapponesi, lieve come un petalo di ciliegio e duro come l'acciaio di una katana. Come ho già detto in altri pezzi su Roberto, mi ha sempre stupito la sua capicità di creare storie dal peso di un chilo di piume. Infatti un chilo di piombo pesa uguale ad un chilo di piume solo negli indovinelli scemi. In sceneggiatura dare la sensazione che la propria storia sia leggera come le piume, ma colpire il lettore con la stessa concretezza del piombo, equivale a conoscere il vero segreto alchemico della scrittura. Chapeau.


Volevo chiudere con una nota polemica sui premi assegnati a Lucca, soprattutto quello alla sceneggiatura, ma La Redenzione del Samurai, come fanno tutti i bei fumetti, mi ha messo davvero di buon umore.
Il martedì polemico è spostato a mercoledì.

MM