giovedì 24 gennaio 2013

Abrams per la regia di Star Wars 7




Sembra ufficiale: come riportato dai siti The Wrap e Deadline J.J.Abrams sarà il regista del prossimo film di Star Wars.
Per quanto mi piaccia particolarmente questo autore e per quanto sono convinto che farà un buon lavoro c'è una parte di me che dubita.
E' il regista di Star Trek.
Chissenefrega, dite?

Si si... so d'accordo.

In fondo Zeman ha allenato prima la Lazio e poi la Roma.

Comunque vada ne vedremo delle belle.

So tutto eccitato :D

RT

martedì 15 gennaio 2013

Serie che ricominciano: Girls seconda stagione e Californication sesta

Girls


Ho visto Girls in ritardo. L'ho vista quando la prima serie era già finita. E' strano, io di solito vedo almeno la prima puntata di tutto, poi considerando che è un telefilm HBO, è ancora più strano. Se state pensando che non l'ho vista perché è evidentemente una serie da femmine, vi sbagliate di grosso. Mi sono visto 4 stagioni di Gossip Girl, tutta O.C. e varie altre robe inguardabili compresa Sex and the City.
E' proprio a quest'ultima che spesso viene accostata Girls, ma una mia ex un po' di tempo fa mi ha dato la chiave di volta per spiegarvi la fondamentale differenza tra i due programmi: un giorno mi ha detto - Le donne di Sex and the City in realtà non sono donne,la serie è scritta da degli uomini (per lo più gay) e il risultato è che le protagoniste si comportano proprio come sofisticati gay newyorkesi.-
Girls invece è scritta, diretta e interpretata da Lena Dunham, una donna di 26 anni (mortacci tua te odio).
Il risultato è che le protagoniste di Girls sono le donne della nostra vita e che puntata dopo puntata non possiamo che innamorarci di loro, cosa che non mi è mai passata neanche per l'anticamera del cervello con le protagoniste di Sex and the City. Vedere la seconda stagione è una cosa da veri uomini.

Californication 


Sarò breve. Torna Hank moody dopo uno dei più disastrosi e sfilacciati e deboli finali di stagione di sempre. Torna e purtroppo non ha imparato la lezione. Nella prima puntata passa metà del tempo a fare l'imitazione di se stesso e scadendo nel ridicolo con la scena della bottiglia di piscio (se non l'avete vista, non fatelo).
C'è dinuovo una rockstar maledetta, ma magari no. Ci sono delle pessime battute inutilmente volgari. Non che io abbia problemi con la volgarità, ma c'è una certa differenza fra il Bukowski pop rock delle prime stagioni e il Califfo delle ultime due. Vedrò la sesta stagione, la mia regola dice che superata la terza devono essercene almeno due brutte di stagioni per lasciare la serie e visto che sono un po' autistico, mi atterro alla regola d'oro, detto questo... ridateci il vecchio Hank, o magari uno nuovo, ma mai più questo clone pacchiano, stanco e sbiadito! 

MM


lunedì 14 gennaio 2013

Lunedì Botte - Kill Bill volume 1

Premessa

Ultimamente sono andato a vedere l'ultimo film di Tarantino, Django Unchained. Premetto che adoro il cinema di Tarantino. Una volta è quasi finita un'amicizia per colpa di un commento un po' troppo sulle righe riguardo a Death Proof. E un'altra volta a uno gli ho proprio menato perché aveva detto che Slevin Patto Criminale era meglio di Pulp Fiction.
Detto questo, sarete stupiti quanto me di sapere che Django mi ha lasciato abbastanza freddino. Erano giorni che cercavo di capire cosa fosse andato storto, perché le caratteristiche dei film di Tarantino c'erano tutte: i dialoghi brillanti, il tema della vendetta, il gigantesco e violentissimo scontro finale...
Poi sabato mi chiama Diego, che non può fare la recenzione per questo lunedì e mi chiede se voglio sostituirlo e io dico di sì. E poi mi sommergo di altri lavori e mi ricordo all'ultimo (tipo ieri notte alle due). Visto che era davvero tanto tardi, e non ho tempo di guardare un nuovo film, decido di mettere Kill Bill e scrivere il pezzo mentre guardo il film, che tanto lo so a memoria. Il mio proposito però si infrange contro la dura realtà a minuto 2 (e mi sono tenuto largo).
Perché Kill Bill è una di quelle rare pellicole che, quando capita per caso di intravederla su uno schermo, non puoi fare nient'altro che guardarla fino in fondo. Tipo le morbide Frugioi (scrittura corretta) a cui resistere non puoi. E il motivo e, che a differenza di Django, oltre alle mariuolate del Tarantino sceneggiatore, ci sta anche un sacco di regia, robe davvero belle da vedere, forse tante robe che non è bastata la 126esima visione e sarò costretto a farne un'altra prima della fine della recensione.

Fine premessa, inizio della recensione.

Se non sapete la storia di Kill Bill vuol dire che avete dieci anni e vostra madre non ve lo fa ancora vedere.
 Tutti gli altri: siete delle brutte persone. Dentro e fuori, che Lombroso mi pare che l'aveva scritta qualcosa su chi non vedeva i film di Tarantito e poi gli veniva la testa a pera e le sopracciglia da cattivo dei manga. 

Comunque per i cattivi di Lombroso, breve riassunto: Uma Thurman è la Sposa, anche detta Black Mamba, un'assassina addestrata nell'uso della katana e delle arti marziali. Fa parte di una squadra tipo le Charlie's Angels, ma con le palle. Non nel senso che sono uomini, sono sempre donne, ma molto più cazzute. Comunque il Charlie, della squadra di Black Mamba è Bill. Bill è innamorato di Black Mamba, ma lei, quando rimane incinta prova a fuggire a un prevedibile destino per un killer su commissione e Bill ci rimane un po' male. Ci rimane tanto male che la va atrvare mentre si sta sposando sotto falso nome con un altro e gli ammazza daventi l'uomo e poi le pianta un proiettile nella testa. Fine.
Ah no... dimenticavo. La Sposa non muore, ma rimane in coma. Quattro anni dopo si risveglia e inizia a cercare i membri della sua squadra e lo stesso Bill per ammazzarli uno a uno e vendicarsi.



Il film di Tarantino è un trionfo di omaggi e maniacalità portata all'ennessima potenza.
Nel film coesistono tre mondi: quello cinese delle arti marziali, quello giapponese della via della spada e il pulp di Tarantino americano al 50% e spaghetti western per l'altro 50.
Parte del film è stato girato negli studi degli Shaw Brothers, la casa di produzione cinese che ci ha regalato film eccezionali come la 36esima camera dello Shaolin. Anche la realizzazione degli effetti speciali si ispira alla cinematografia di arti marziali cinesi. Palloncini riempiti di sangue finto a ettolitri.
Non penso di dovervi spiegare che la tuta da motociclista gialla e nera è un palese omaggio a Bruce Lee, le maschere nere degli 88 folli sono simili a quella che indossava sempre Bruce Lee nel telefilm Green Hornet.

 
E si potrebbe continuare all'infinito in una marea di citazioni, ma la verità è che Kill Bill fa scuola a sè, riesce ad essere un film leggendario anche senza coglierne nessuna.

La scena finale, lo Show Down at House of Blue Leaves è probabilmente una delle scene di lotta più emozionanti e meglio dirette che mi sia mai capitato di vedere al cinema. Huma è di una bellezza imbarazzante e ha creato in me varie e strane fantasie sulle donne con una katana in mano che non è il caso di approfondire in questa sede. Solo quella grande scena di lotta è stata girata da Tarantino e la sua troupe in sei settimane.


Detto questo ci ritroviamo alla solita domanda: potrebbe Long Wei interpretare la parte di Uma in Kill Bill?
Battute a parte sulle parrucche bionde, Long Wei ha sicuramente la preparazione atletica per ricoprire il ruolo della/o Sposa/o e andrebbe a nozze con i richiami ai film di Kung Fu degli Shaw Brothers. Non so se, da buon cinese, accetterebbe di essere accostato alla cultura marziale giapponese, ma Long Wei è un attore serio, si calerebbe in parte comunque.

Kill Bill volume 1
Di: Quentin Tarantino
Con:Uma Thurman e Lucy Liu
USA 2003

Se lo cerchi, da Bloodbuster ce l'hanno!

Il prossimo appuntamento con Lunedì Botte è tra una settimana anora su: Birra e Darth Vader.

MM

sabato 12 gennaio 2013

Preaviously on Earth: quello che potreste esservi persi lo scorso anno Parte 4 [The strange talent of Luther Strode]

The talent of Luther Strode


Che ve l'ho già detto che l'anno scorso l'Image ha rotto le reni alle case "maggiori"? 
Non vorrei essere ripetitivo...

Le produzioni della casa americana, sono davvero tante e il livello medio è sempre buono. Sopratutto, gli autori vengono lasciati liberi di fare quel cavolo che vogliono ed escono fuori storie folli come Chew, Elephant man, Jack Staff e The strange talent of Luther Strode.

Infatti la creatura di Justin Jordan e Tradd Moore è completamente fuori di testa, contraddistinta da un violenza ultra mega super. Che è davvero tanta violenza ve lo assicuro.




La storia è semplice: Luther è un ragazzetto sfigatello, magrolino, alto e allampanato, che vive da solo con la madre, sempre in fuga da un padre violento. La voglia di proteggere la sua famiglia e di avere la propria rivalsa contro i bulli a scuola, portano Luther a intraprendere uno di quegli inutili programmi di automiglioramento; tipo quelli che venivano pubblicizzati all'interno dei vecchi fumetti marvel o nel nostro topolino. Il programma però questa volta si rivela miracolosamente efficacie, Luther si trasforma in un Ercole, sviluppando una forza e un'agilità fuori dal comune.

Una volta ci ho provato anche io!

Sarebbe una trama scontata, se non fosse che questa non è la storia di un comune supereroe. Luther, non appena acquisisce i suoi nuovi "poteri", viene messo davanti a scelte troppo grandi per la sua età, dovrà scegliere e... a differenza del solito, lo farà male.

Evito di spoilerare chi sia il cattivo della storia, da dove venga il programma di automiglioramento, e a quali conseguenze portino certe scelte di Luther. Vi dico però che il talento visivo e il gusto dello splatter di Tradd Moore sono innegabili. Metteteci anche che il ragazzo ha solo 25 anni e, appena ha messo giù la matita finito Luther Strode, la Dc ha alzato la cornetta per fargli disegnare il pipistrello più amato dalle casalinghe di Voghera... sì parlo di Batman, non so perché certe volte deliro!
Anche il Buon Justin, che se lo vedete sembra l'Alan Moore sudista, se la cava egregiamente mettendo in piedi una serie leggera e leggibile dai toni divertenti e un finale decisamente sconcertante.

The strange talent of Luther Strode è una lettura consigliata per chi se lo è perso nel 2012 e, altrettanto consigliato, il suo seguito The Legend of Luther Strode.
Poi ragazzi... di che stiamo parlando, è un fumetto in cui esplodono le teste e volano bulbi oculari, vi pare che ve lo fate passare sotto il naso!  

MM


venerdì 4 gennaio 2013

Previously on Earth: Quello che potreste esservi persi lo scorso anno Parte 3 [Darth Vader and Son]


 
Non sono mai stato un grande fan di nulla. Ho visto dei film decine e decine di volte e forse tra Star Wars e Indiana Jones, si parla anche di centinaia, ma non sono uno di quelli che fa la fila per avere un autografo o si compra decine di action figures, magliette e ogni tipo di gadget.  Sono perciò abbastanza immune da oggetti di puro fan service (ahahah non è vero, ma mi contengo). Con questa premessa volevo solo dirvi che vi segnalo Darth Vader and Son perché oltre a essere una nerderia di  alto livello è anche un bel libro, toccante e intelligente, ma quasi mai furbo, o tanto furbo da fare il giro e colpirti direttamente al tuo cuoricino nerd.
Nel libro sono raccolte una serie di vignette in cui si racconta una storia parallela, una storia in cui Luke è stato amorevolmente allevato dal padre.
Jeffrey Brown è evidentemente uno di noi, uno di quelli che da bambino ha assaltato il divano di casa armato di un mestolo-spada-laser, gridando contro il fratello -A morte l'impero!- ed è sempre più chiaro ad ogni tavola, ad ogni richiamo alla mitologia di Star Wars.  Lo stile e l'umorismo di Brown mi hanno ricordato un pochino Bill Watterson e Calvin and Hobbes. Mi chiameranno bimbo minchia, i miei amici nerd integralisti, ma Darth Vader and Son mi è piaciuto davvero tantissimo e non ci posso fare nulla: Star Wars è legato a filo doppio alla mia infanzia e, ogni volta che lo vedo, in ogni sua forma, torno un pochino bambino...


Vabbè, se non vi piace non ce l'avete proprio un cuore!

MM

giovedì 3 gennaio 2013

Previously on Earth: Quello che potreste esservi persi lo scorso anno Parte2 [I, Vampire]

I, Vampire

L'anno passato è stato decisamente l'anno DC. I New 52 hanno riportato ad alti livelli testate come Batman, Swap Thing, Aquaman, Green Lantern (che era bello già prima), Action Comics, Batman Incorporeted, la Justice League...

In mezzo a tutti questi rilanci di alto profilo sono spuntate fuori anche nuove testate, una in particolare non l'avrei mai comprata se non mi avessero letteralmente assillato un paio di lettori di questo blog: I, Vampire.

Nel 2012 arriva al cinema il gran finale della saga di Twilight e le ragazzine di tutto il mondo gioiscono scoprendo che anche i Vampiri devono sposarsi prima di farlo e che appena fai sesso rimani incinta. Io e i miei amici gioiamo perchè magari è finita l'era del vampiro checca e può iniziare quella dello zombi-trans o del mannaro-vegano. Mentre le le ragazzine di tutto il mondo, gioiscono e noi pure, la DC decide di mettersi nella scia della vampirofilia con una testata dedicata che, a giudicare dalla prima copertina, sarà una boiata con i vampiri che se amano.

E invece no.
O meglio, sì.
Cioè è complicato.
I, Vampire inizia effettivamente con due vampiri che si amano.
Solo che poi la lei della coppia , Mary, invece di essere una bimbetta con la faccia da adorabile rimastina (ti amo Bella) è una fautrice della superiorità dei vampiri sull'uomo. E non tipo: -Stiamo nell'ombra a fare i Glem e diciamo quanto sono fessi gli umani, ma poi niente, non se vede manco mezzo omicidio- Qui il fumetto inizia con una vera e propria strage, Mary, ha deciso di ribaltare gli equilibri umani/vampiri e di farlo con le cattive.

Visto che ti amo ho sterminato mezza Chicago.

Invece, il lui della coppia, Andrew Bennet, è un bel tenebroso con la ciocca di capelli bianca e una vita secolare alle spalle. Ha vinto la fame di sangue, si ciba di animali e vede il vampirismo come una gravosa maledizione. Una volta che l'ammore della sua vita lo tradisce decide di mettere su una squadra e andare a caccia.
Ciao, sono Bennet e sono un eroe romantico...

...ma poi se mi fai rodere il chiccherone te rompo er culo!

Nulla di eccezionalmente nuovo, ma molto ben fatto e soprattutto segna il ritorno nel mondo dei vampiri di cose vecchie, che ho sempre trovato una mancanza ingiustificabile: i vampiri si trasformano in nebbia e hanno la forma di lupo e di pipistrello... e una da mannaro! (cooool, cool, cool, cool)

Ciao, sono un mannaro col cappellino da camionista!

I paginoni doppi disegnati da Andrea Sorrentino, sono da sturbo e c'è una doppia splash praticamente ogni due pagine (il paradiso del mio amico Cirincione).
Per ora ho letto solo i primi otto numeri e la storia è semplice, ma con un buon ritmo, al sette succede una cosa che CHECCOSA?!, sembra che lo sceneggiatore, Fialkov, abbia deciso di punto in bianco di dare una gran svolta narrativa... vi faccio sapere. Intanto sui siti ammerigani dicono che più va avanti la serie meglio è.

Mi sembra quasi un sogno, siamo passati da Twilight-merda a "più di un bel fumetto sui vampiri" (non vi dimenticate di Snyder e di American Vampire eh!).

Per concludere, giusto una parola sulle comparsate di altri eroi DC. Per ora ho visto Costantine (giusto un attimo per far salire la scimmia, ma sembra che torni) e Batman. Trovo davvero divertente il modo in cui la rivolta dei vampiri sia inserita perfettamente nel contesto supereroistico e tra l'altro le battutine che ci ricava Fialkov sono un vero spasso!



MM

martedì 1 gennaio 2013

Previously on Earth - Quello che potreste esservi persi lo scorso anno Parte1 [Revival]


Lo scorso anno, anche se per la DC è stato un bel momento, anche se Snyder e Capullo hanno messo a punto un grande Batman (e Snyder con Paquette un fantastico Swamp Thing), anche se la Marvel, in piena crisi, è comunque riuscita a mettere a segno delle perle con le testate meno lette e vendute, anche se, per essere l'ultimo anno della terra secondo i Maya non è stato poi così favoloso... l'Image è stata secondo me la migliore casa editrice di fumetti in circolazione. Non vi sto a dire quanto è bello Invincible (è un anno che scrivo un megapezzo per dirvi quanto siamo scemi a non comprarlo TUTTI), non mi spreco neanche a dire che la "piccola" Image, ormai annovera grandi nomi come Grant Morrison, Bryan Hitch, Brubaker, Pihillips.

Parliamo invece di una cosa "piccola" come Revival.
E' uscito questa estate, ma ha come ambientazione il Nord America, quello in cui nevica tutto l'anno. Quello di Fargo dei fratelli Coen per capirci. La cittadina in cui si ambienta è una di quelle piccole, in cui ci si conosce tutti, in cui lo sceriffo ha alle sue dipendenze la figlia: Dana Cypress, la nostra protagonista.
Quando in questa piccola cittadina innevata la gente morta inizia a risorgere e non come zombi, ma con tutte le facoltà e i ricordi della loro vita precedente, proprio Dana viene chiamata a ricoprire uno strano incarico: guidare la squadra che si occupa dei casi di polizia legati ai Rivissuti. Il problema, infatti, è che non tutti tornano dall'oltretomba del tutto "normali".
A complicare lo scenario, ci si mette la sorella di Dana, Em, che ha nascosto alla sua stessa famiglia di essere una delle Rivissute e di non ricordare le circostanze della sua morte, avvenuta in seguito a un brutale omicidio. 

Revival è un prodotto piccolo, non è certo un capolavoro, non cambia le regole del gioco, ma si basa su un'idea molto carina, ha l'ambientazione azzeccata un po' Twin Peaks e un'atmosfera che ricorda Morning Glories (sempre Image).

Se non l'avete ancora letto dategli una chance, sono un paio di ore di piacevole lettura.

MM