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giovedì 10 novembre 2011

Misfits terza stagione


Ho aspettato per parlarvi di Misfits, per confermare un sospetto e dare agli sceneggiatori una puntata per riaggiustare gli equilibri dopo l'abbandono di Robert Sheehan . Ho aspettato e mi sono goduto alla grande la prima puntata tutta dedicata al "new guy", che poi nuovo non è per gli amanti della perfida Albione. Infatti il sotituto di Sheehan è Joseph Gilgun già navigato interprete di This is England e Shameless. La sostituzione fondamentalmente non va a intaccare la ricetta su cuoi è costruito Misfits, praticamente sostituisce uno strozzetto dalla lingua lunga, con un pazzo con nessun paletto morale. Gilgun riesce a farci dimenticare facilmente di Nathan perché fondamentalmente lo ricalca, dando al personaggio una carica emotiva anche più alta. La sostituzione non è quindi stata un problema, ma quello che mi preoccupa seriamente è quella che potrei rinominare malattia-skins-degenerativa. Lasciatemi spiegare: skins è un teen drama, niente di nuovo sotto al sole sennonché invece di metterci dieci puntate per darsi un bacio sulle labbra, nei primi dieci minuti la ragazza di turno se l'è già preso in culo mentre era fatta di ecstasy (il telefilm è comunque molto bello vi consiglio di leggere la mia recensione QUI). Sollevare l'asticella del permesso in tv è stata da anni la forza dell'Inghilterra, ma porta con se una malattia genetica che si manifesta nelle serie interessate. Cerco di spiegarlo con una simpatica storiella: Aldo vuole impressionare la sua ragazza quindi decide di regalarle per il compleanno degli orecchini di brillanti, Aldo pensa sia una buona idea. L'anno dopo però si ritrova a doverle fare un regalo come minimo di pari livello e quindi fa economia e le regala una collana di corallo. Aldo non ha considerato la crisi dei tre anni, quest'anno non basta più un regalo come quello dell'anno precedente, se vuole mantenere i suoi spettatori (cavolo sono uscito di metafora), se vuole restare con la ragazza deve stupirla, ma Aldo è un uomo e invece di regalarle un viaggio in una capitale europea le da una busta con dei soldi dentro, tanti soldi dentro. Per Aldo è il miglior regalo possibile, la ragazza invece inizia a uscire con qualcun'altro. 
Per dare un senso a sta cosa: la verità è che misfits è fatto con due soldi, punta tutto sul sesso semiesplicito il linguaggio esplicitissimo e un realismo iperrealistico, ma a forza di esagerare il gioco è facile che si rompa e, quello che una volta era audace, diventa semplicemente troppo oltre. In queste prime due puntate si è sentita tanto la mancanza dell'elemento supereroistico, il preview della prossima fa ben sperare, quindi incrocio le dita, perché in fondo Misfits mi piace ancora!

MM

Dedico le ultime parole a una colonna sonora che mi ha sempre fatto andare fuori di testa, il mio socio Riccardo non sarà d'accordo, ma prima che la sostituisca con un tributo ai Pantera beccatevi la playlist:

This ain't the way to live - funki porcini

Invaders must die - Prodigy
Pogo - Digitalism
The Blood Red Shoes - It's Getting Boring by the Sea
The Black Keys - Everlasting Light
Gil Scott Heron - Me and The Devil
Evenings - Friend [Lover]

The Sonics - Have Love Will Travel
Justice - Phantom Pt. II (Boys Noize Remix)

venerdì 21 ottobre 2011

The Fades

E' parecchio che continuo a sgolarmi con i miei amici per gridare in coro che ormai la culla delle idee televisive, cinematografiche e in parte anche fumettistiche, è l'Inghilterra. A confermare in pieno questa nostra tesi arriva The Fades.
The fades è la storia di Paul, un ragazzetto perseguitato da visioni apocalittiche che, com se non bastasse, inizia a vedere la gente morta.
Lo stesso e identico soggetto in america si sarebbe trasformato nel seguito del sesto senso, invece nel paese della regina diventa una serie dalla grandissima potenza visiva e con una delle trame più complesse e soddisfacenti degli ultimi anni. Le anime dei defunti che vede Paul infatti sono intrappolate sulla terra, incapaci di attraversare la soglia, sempre più difficile da raggiungere per colpa del folle progresso umano. I fantasmi rimangono quindi intrappolati sulla terra, ma devono fare attenzione perché essere attraversati da un corpo umano li trasforma in cenere e li condanna all'oblio; per questo vivono per lo più sui tetti delle case e in luoghi disabitati, ignorati dall'umanità e impossibilitati a interagire con essa. Tutto questo prima che qualcosa inizi a cambiare e una di queste anime si faccia più reale e minacci di entrare nel nostro mondo e distruggerne così l'equilibrio. Quella di Paul, in grado di percepire la presenza dei morti, diventa una vera e propria chiamata dell'eroe (non a caso la prima puntata si intitola The chosen one) e nel suo cammino di salvatore del mondo sarà guidato da un gruppo di persone che sembra condividere il suo dono e che lui stesso ribattezza "acchiappa fantasmi".
The Fades non è semplice, ha una trama non lineare, ci presenta in un'ora un mondo strano e inquietante governato da regole sottintese e spesso di difficile decifrazione. Ma mano a mano che prosegue la narrazione diventa chiaro quanto questa nuova serie viva di Neil Gaiman e Alan Moore e di tutto quell'entroterra culturale di cui ormai la vecchia Albione è forte. E senza voler andare a scomodare Neil e Alan (con loro due si giocava a campana quando eravamo piccoletti quindi li chiamo per nome), in The Fades si vede tutta l'esperienza maturata con Skins e Misfits e sfociata in una narrazione più matura, una trama più complessa e profonda.
Anche se il tono della serie è cupo, non manca il personaggio alla Nathan di Misfits, una specie di giullare, interpretato senza sbavature dal reduce di skins Daniel Kaluuya. Il suo personaggio è quasi eccessivo, un concentrato di battute pop inverosimile. Alla fine di ogni puntata viene voglia di riverdere il tutto anche solo per decifrare tutte le citazioni e gli omaggi visivi che vengono messi in campo da sceneggiatore e regista.
Fades è una serie Seria, e la dimostrazione di come con due lire i Bevi Thé siano in grado di fottere alla grande le mega produzioni americane come Falling Skies e Terra Nova... ma vi prego dimentichiamoci che esiste Terra Nova!

MM
  
Voto 8,00


P.S.
La serie è prodotta da BBC, la rete pubblica inglese, quindi quando la guarderete pensate che è la RAI inglese, poi accendete il televisore e guardate la RAI italiana. Notate qualche differenza?

mercoledì 19 ottobre 2011

Cattivi: Zombi


Zombi e Colonne di polistirolo
Ho un dubbio Amletico sugli Zombi, quindi immaginatemi con un teschio stretto nel pugno e il maglioncino a collo alto preso in prestito da Kenneth Branagh...
Quando ho iniziato a scrivere quest'articoletto, dopo essermi profondamente documentato (la pagina di wikipedia sugli zombi è parecchio lunga), mi sono trovato difronte a un dilemma cioè capire se gli zombi sono dei veri e propri cattivi.
Iniziare una rubrica con un dubbio simile non è proprio il massimo. Ma per evitare di perdermi nei miei ragionamenti vi espongo immediatamente il mio dubbio: gli zombi sono davvero i cattivi o sono solamente un'ambientazione, una parte del set cinematografico come le finte colonne greche in polistirolo di film come “Maciste contro Ercole”?
Perché se ci pensate come cattivi non sono gran ché, lenti, stupidi, privi di particolari motivazioni e soprattutto di un codice morale, che di solito è contrapposto a quello dell'eroe. Come si fa a essere definiti cattivi se non si ha una propria volontà, si sbava e neanche si può fare il discorsetto davanti al bottone rosso dell'autodistruzione della base segreta. Gli zombi, non hanno uno scopo preciso oltre a quello di mangiarvi le cervella, non c'è un vero e proprio modo di sconfiggerli (tutti) e paradossalmente sono quasi sempre il prodotto di un errore umano. Mi pare quindi logico che non possano essere annoverati fra i cattivi, sono anzi un monito contro i limiti degli esseri umani.
Detto ciò se qualcosa si mette contro il sogno americano è mio nemico, quindi a meno che gli zombi non si mettano un completo e vadano a lavoro per pagare le rate sul suv sono miei nemici e possono far parte della rubrica sui cattivi.
Ho elegantemente risolto il problema sulla definizione di zombi-cattivo, ma appare all'orizzonte un secondo dilemma, che affronterò in due separati paragrafi: gli zombi sono carne da macello o povere vittime del sistema?
(ho letto per davvero, in questo momento, la pagina di wikipedia sugli zombi... è molto corta)
Effetto catartico delle botte agli zombie
Forse sono strano io, anzi io sicuramente sono strano, ma ho sempre covato nel mio intimo un'idea malsana sugli zombie. La verità è che adoro gli zombi perché permettono di commettere omicidi in piena regola senza nessun rimorso. Li puoi picchiare quanto vuoi, gli puoi dare fuoco, li puoi mutilare... ok sto diventando inquietante, anche se il mio amico Tallahasse sarebbe daccordo con me.


Uccidere gli zombi è paragonabile a fare secco il vicino che ci abita proprio sopra e che continua a spostare mobili nel cuore della notte e fa correre sui pattini le figlie. La verità è che gli zombi sono la migliore pallina anti-stress al mondo, la loro morte in serie è un'attività catartica, scarica dallo stress senza creare rimorsi... almeno sul momento.
Stessa faccia stessa razza
Se da una parte è vero che ammazzare gli zombi è una favolosa attività aerobica, succede anche che ad essere morso sia un nostro caro. A questo punto tutti noi iniziamo a pensare, sbava solo di più, non si capisce mezza parola di quello che dice e ha una strana puzza, ma alla fine non è la stessa cosa per nonno? Vuoi uccidere pure poro nonno? Sei davvero un mostro! 
Gli zombi sono quindi malinconiche riproduzioni di noi stessi, tristi nel loro essere tanto indifesi, e spaventosi nel mostrarci quanto ci aspetta quando diventeremo come loro. Effettivamente gli zombie sono nostri simili e creano in noi una serie di sentimenti contrastanti che valgono però alle creature una profondità narrativa maggiore di quanto i loro rantoli scomposti suggerirebbero.
Conclusione
Gli zombi si prestano alla critica sociale, allo splatter più brutale e alla commedia demenziale. Ci piacciono e ci ripugnano, scatenano i nostri istinti violenti più primitivi e più antisociali. Soprattutto ci ricordano che prima o poi tutti finiremo come loro e che, se non sarà per colpa di un'epidemia o di uno scienziato pazzo, avverrà a casa nostra, nel nostro letto, un giorno saremo tutti vecchi e disabili, bavosi e lenti.
Se ancora le mie conclusioni non vi hanno indotti in un vortice di autocommiserazione e profonda depressione, allora qui sotto vi metto la mia personale top 3 di roba da leggere e da vedere sugli zombi.

Manuale per sopravvivere agli zombi: Max brooks scrive il suo "Manuale per sopravvivere agli Zombi" utilizzando uno stile documentaristico, con tanto di disegni che illustrano il testo alla maniera delle brochure antipanico sugli aerei. Il libro comprende un vasto catalogo di armi, trappole a ogni tipo di attrezzo e trucco da utilizzare contro la carne morta. La guida è minuziosa nella classificazione biologica e antropologica degli zombi, nella loro disamina fisiologica e si conclude con un'eccezionale cronologia delle apparizioni zombi nella storia. Il libro è una pietra miliare nella libreria di ogni nerd che si rispetti e lo stile assolutamente serio della guida riesce a strappare più di un sorriso. 

Shaun of the dead: primo grande successo della premiata ditta Wright-Pegg-Frost è un gioiellino della commedia sugli zombi. Il film è la storia di come due nerd inglesi, pigri e indolenti reagiscano a un'invasione zombi. Il film si concede stupende perle splatter come lo zombi imapalato su un tubo che spruzza sangue e la mazza da cricket usata come arma. Wright (sceneggiatore oltre che regista) riesce a mettere in scena la vera inghilterra, quella delle sbornie, dei pub e della birra calda (monotematici gli inglesi vero?). Shaun of the dead è dissacrante ed esilarante e non penso neanche che sia necessario avvertirvi che se non l'avete ancora visto potete restituire la vostra tessera di Lega Nerd.


Dead set: serie tv britannica ambientata tra le claustrifobiche mura della casa del grande fratello. Cosa avverrebbe ai concorrenti se, a loro insaputa il mondo esterno venisse invaso dagli zombi? Vedere divette della tv rincorse per i corridoi della casa e braccate dai morti viventi è un vero spasso e il regista e lo scenaggiatore riescono a tenere in piedi il tutto senza annoiare. Unica pecca i soliti zombi veloci post 28giorni dopo. Io e LUI li odiamo e voi?




MM
Fine dell'articolo, buona decomposizione a tutti e a presto con nuove riflessioni non richieste sul mondo dei cattivi... forse con una Guest Star.