lunedì 18 febbraio 2013

Les Misérables



A me i musical non è che piacciano molto, ma Victor Hugo invece sta nella colonnina (corta) dei francesi che hanno dato un contributo spocchia-free alla mia cultura. Sta proprio sotto a Dumas e poco prima di Laetitia Casta (forse lei un po' di spocchia ce l'ha, ma ci passiamo sopra volentieri considerata la misura di seno).
Quindi, in quanto francese meritevole, mi sono fidato più di Hugo che di Hugh Jackman e sono andato al cinema.

Ora, non mi crederete mica l'ultimo degli sprovveduti, sono andato a vedere un musical, ma ci sono andato accompagnato da una ragazza istruita a dovere su come comportarsi:



1- Davanti alla bigliettaia scandire attentamente le seguenti parole: - Grazie davvero tanto di avermi portato a vedere Les Misérables, ti sono eternamente grata e il prossimo fine settimana ci rivediamo tutti i film della saga di Die Hard e poi andiamo a vedere l'ultimo al cinema, indossando delle canotte sporche di sangue- seguono i miei sbuffi e gli occhi al cielo.

2 - Stessa scena davanti al tipo che strappa i biglietti, per variare Die Hard viene sostituito da una maratona di film con Steven Segal... notoriamente il più forte repellente per il genere femminile e l'unico vero contraccettivo universale.

3- In sala, prima che si abbassino le luci, lei, facendo attenzione che tutti la sentano, fa presente che siamo qui perché a LEI Hugh Jackman gli fa sangue e che IO sono un tesoro a sorbirmi gente che canta a sproposito.

Protetto da una fitta trama di menzogne, mi rannicchio nel sedile, con le ginocchia in gola, e prego che Hugo vegli sulle prossime tre ore di canto e ballo...
Scopro presto e con piacere che Les Misérables è assolutamente privo del secondo fattore: niente balletti. In realtà somiglia più a un'opera teatrale, in cui la maggior parte delle battute viene cantata invece che recitata. La seconda sorpresa è che Hugh Jackman s'è ricordato che una volta sapeva anche recitare oltre che mostrare il petto villoso e ci regala un credibilissimo Jean Valjean... preferibile certo nella versione galeotto/Rasputin che con la parrucca di Krusty il Clown (vedere immagini sottostanti per darmi ragione).



Notevole anche Sasha Baron Cohen, nel ruolo di Thénardier, peccato gli abbiano appioppato come moglie Helena-sta-sempre-in-mezzo-Bonham-sono-la-moglie-di-Burton-e-quindi-andiamo-dallo-stesso-parrucchiere-Carter. Sasha è un guitto perfetto, un giullare di corte dallo sguardo avido e una voce sorprendentemente potente.
La messa in scena è imponente e, anche se i fondali in CGI non sono sempre all'altezza, la regia di Tom Hopper (Il discorso del Re) sfrutta al meglio le location. Forse qualche volta la carica drammatica di certe scene, viene diminuita da gente che di punto in bianco si mette a cantare, ma poi ci sono le scene sulle barricate, con i canti rivoluzionari, e mi si stringe il cuore e mi vien voglia di cantare e costruire anch'io barricate in strada... certo non li fanno più i mobili di una volta, con le Billy e le Expedit e i Bjursta presi da Ikea, ci vengono delle muragli scadenti, ma a me la rivoluzione francese mi fa sangue anche più di Hugh Jackman versione galeotto.

Sono uscito contento con, incastrate nel cervello, almeno un paio di canzoni. La mia copertura al femminile è stata impeccabile e, attraverso queste pagine, la ringrazio per il prezioso contributo alla causa della mia eterosessualità.
Consiglio un po' di pazienza ai lettori di Birra e Darth Vader che volessero avventurarsi nella visione, ci sono dei lunghi monologhi/assoli e Anne Hathaway è fica solo per pochi minuti prima che le taglino a zero i capelli e si trasformi in Mouse di Matrix (vedere le immagini sotto per credere), ma se si tiene duro, si viene ricompensati da un bel film.



MM


3 commenti:

  1. http://www.youtube.com/watch?v=VMD6WdcWIlE

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  2. Una bellissimo film, comunque non si tratta della rivoluzione francese ma della rivolta del 5 e 6 giugno 1832: http://it.wikipedia.org/wiki/Insurrezione_repubblicana_di_Parigi_del_giugno_1832

    [oltretutto con questo film c'ho iniziato il mio blog, ormai ci sono legato]

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  3. Vero Adriano, e pensare che dovrei essere anche un quasi laureato in storia contemporanea. Shame on me! :P

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