mercoledì 9 novembre 2011

[CONTRO rece] Hell on Wheels



Mentre il collega Monteleone allacciava il cinturone e caricava le sue Colt, io riempivo il mio bicchiere di whiskey e come lui mi accingevo a vedere questa prima puntata di Hell on Wheels.

Avrete già capito che se mi fossi entusiasmato come lui non starei qui a scrivere queste righe. 

Ma partiamo dall'inizio: 





Washington, 1865. Un uomo sta venendo verso di noi. Della città si vede solo il campidoglio, molto in lontananza (appiccicato con fotoscioppe), 4 comparse e una quinta ingombrante di un carretto sulla destra (per evitare di dover appiccicare altre cose con fotoscioppe). L'uomo si gira verso una chiesa, la guarda ed entra. Ha bisogno di confessarsi e lo fa, inizia a parlare nel confessionale dicendo che ha fatto cose indicibili in guerra. L'uomo dall'altra parte non è un prete, ma una vittima (non capiamo ancora bene perché) delle cose indicibili che ha fatto l'uomo che sta confessando. L'uomo misterioso tira fuori la sua pistola e pianta un po' di piombo in testa all'uomo delle cose indicibili. Cervella nel confessionale e cadavere che cade fuori. A questo punto il tizio misterioso esce (con tanto di inquadratura sui piedi accompagnata da musica figa, wow una roba proprio mai vista...) in tutta la sua coattaggine. Lui, che sembra un pistolero figo dovrebbe sapere che se spari in testa ad un uomo lo uccidi ma, per scrupolo, gli punta la pistola addosso. Non capiamo bene il perché finché il regista non fa un altra inquadratura che al cinema, in tv, nei fumetti e anche nei cazzo di fotoromanzi, giuro, non si è mai vista: inquadra il tizio dal basso (in una finta soggettiva de morto, che è una contraddizione in termini) che ci punta la pistola contro. Ma non spara... era solo così, per mettere questa inquadratura. (si è capito il sarcasmo fin qui?) Oltretutto gli trema anche la mano... ma a quale pistolero trema la mano? 
Ora, tralasciamo la pessima inquadratura iniziale che grida "non abbiamo un cazzo di soldi e il regista non riesce a mascherarlo" (cosa che grideranno le metà delle inquadrature per i restanti 40 minuti), e tralasciando pure la regia a volte scialba a volte troppo deficitaria, qualcuno sa spiegarmi come è possibile che l'uomo misterioso sapeva che il cattivone delle cose indicibili avrebbe deciso di confessarsi, qual giorno, in quella città  e proprio in quella chiesa?

Ecco, l'inizio è questo e non è che la situazione migliori per il resto della puntata. Tutto ciò che c'è di buono ( e ce ne sono diverse, di cose buone) è debitore di altro. Primo fra tutti a Red Dead Redemption, videogioco capolavoro della Rockstar. Sti geni della AMC pensano che se copi un videogioco o non se ne accorge nessuno oppure va bene tanto "è solo un videogames?". 

La puntata prosegue con inquadrature sbieche (bastaaaaaaaaaa, siamo nel fottuto 2011 ancora che fate le inquadrature sbieche???) che cercano di mascherare (malissimo) una mancanza di scenografie all'altezza e una regia moscia che non sa tenere il ritmo della storia. 
Games of Thrones aveva lo stesso problema di una cura degli sfondi non altissima (giustamente) ma sono stati bravissimi a mascherarla... bastava copiare anche questo.

Quello di cui non mi capacito è che per far bene una roba così sarebbe bastato dare ampio respiro ad ogni inquadratura. Siamo nel West gente, è la costruzione della ferrovia, il confine... Non hai soldi per fare le città? Inqudra la cazzo di prateria al tramonto e ci fai tutti felici... e dai ma che ci voleva?! E invece no, riesce a girare male anche l'attacco degli indiani (che se li conti saranno si è no 4 che girano in torno alla cinepresa) senza mettere paura, senza dare suspense. 

Concludendo parliamo dell'ultima scena. Quella in cui il cattivo della storia (l'imprenditore che sta costruendo la ferrovia) recita un monologo meta-testuale in cui si pone come cattivo della storia. Nella sequenza non si capisce a chi stia parlando. Non guarda in macchina, ma non ci sono neanche persone nella stanza con lui. Si vedono solo due poltrone ma non si capisce se siano occupate o meno. 
Che diavolo è? Rottura della quarta parete? Un mistero misterioso? Bho... va a finire che non l'hanno capito manco quelli della AMC...

Grazie a Dio avevo il whiskey...


Conclusione finale: Un opera tale non può dipendere da un solo elemento. Che esso sia la sceneggiatura, la regia, la recitazione etcc... E' un alchimia di elementi e chi fa cinema, tv, fumetto lo sa bene. Non basta scrivere una bella storia, poi devi girarla altrettanto bene (o disegnarla, nel caso dei fumetti). Hell on Wheels ha tutti gli elementi per essere un buon western. Non ha nulla di orinale, spesso scopiazza ma comunque gli elementi sono quelli giusti. Il problema è che è cinema (anche se per il piccolo schermo) e devi girare bene, perché il linguaggio lo pretende. Se hai un bel concetto ma non sai esprimerlo, per me, hai perso. Questo è Hell on Wheels, belle idee realizzate, per adesso, male!


RT

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