Bastano anche solo copertina e logo. |
Lo aspettavo da un po' e non mi ha deluso per nulla.
Rick Remender è l'uomo da battere, se lo scorso anno è stata la volta di Wade e del suo favoloso Daredevil, quest'anno non ce n'è per nessuno. Basterebbe guardare alla quantità di fumetti favolosi che sta producendo quest'uomo: Uncanny Avengers, il Cap più strano che io ricordi e ancora il nuovissimo Black Science e tra qualche giorno entrerà in campo anche Deadly Class. Lo dice lui stesso nell'editoriale alla fine di questo primo numero di Black Science: - Sono un drogato, un drogato di nuove serie-. E lo capisco benissimo. Non c'è giorno che io non maledica la mia mancanza di tempo, il fatto che le giornate durino solo 24 ore e che debba fare un altro lavoro. Inizierei altrimenti una serie al mese. Creare dal nulla un universo narrativo e i suoi personaggi e una droga potentissima e, sinceramente, sono contento che Remender, in questi anni, non si sia mai disintossicato.
Scalera e... |
...White! |
E' dai tempi di Fear Agent che lo seguo e lo amo. A quei tempi mi colpì l'amore che traspariva da quelle pagine, la passione per quella fantascienza un po' vintaggia e molto pulp. Black Science riesce a superare il suo predecessore grazie anche ai disegni di Scalera, che dai tempi di Retrievers (ce l'ho, lo amo) ha evoluto il suo segno in direzioni insospettabili e ai colori di Dean White, che con X-Force già era a livelli inverosimili e che qua si supera. Remender con la sua nuova serie fanta-pulp ci porta a bordo di una storia che ha come protagonisti un gruppo di naufraghi multidimensionali, un gruppo di scienziati anarchici disposti a dar retta solo a se stessi. Ed è proprio la loro "Black Science" che li metterà in pericolo e li farà perdere nel multiverso. Il capo del gruppetto, Grant McKay oltre alla sua pellaccia, dovrà salvare anche quella dei due figli che si porta appresso in questa odissea fantascientifica. Grant non è un eroe d'azione, non corre ne salta più di quanto faccia io, ha come unica difesa la sua testa e si porta appresso un pesante fardello di scelte sbagliate e di fughe dalle proprie responsabilità; insomma un personaggio, come ci ha abituati a d aspettarci Remender, capace di creare empatia grazie alla sua capacità, del tutto umana, di sbagliare e reagire.
Auguro la fortuna che si meritano a Remender, a Scalera, a White e all'Image che, come lo stesso Remender, sembra drogata di novità e rimane forse l'unica ad aprire il panorama fumettistico americano a nuovi favolosi mondi!
MM