giovedì 28 febbraio 2013

Colophon da collezione a.k.a. Il post più nerd che abbia mai scritto

 Che il rilancio della Marvel mi ha positivamente impressionato, ce lo eravamo già detto e ce lo aspettavamo un po' tutti (altrimenti la DC finiva per arararli vivi), ma quello che non mi aspettavo, era vedere dei titoli dei colophon tanto belli... e sì, mi rendo conto che è il corrispettivo nerd di guardare con la lente i bordi dei francobolli da collezione, ma sono davvero bellissimi!

Gli Avengers iniziano con questo schemino che ci mostra ogni volta chi sarà presente nella storia. Molto Cool. Non vedi l'ora di scoprire chi sono i prossimi a entrare in gioco... ok forse IO non vedo l'ora, ma un po' di supporto farebbe piacere ogni tanto.

Per continuare a leggere clicca su CONTINUA A LEGGERE proprio qui sotto... ti rivelo un segreto, ci sono più immagini che testo, quindi vai tranquillo!

martedì 26 febbraio 2013

Fast & Furious 6



Nel Trailer usciranno pure le macchine dalla punta di un boing in fiamme, ma quanto è di classe la locandina?

MM

lunedì 18 febbraio 2013

Les Misérables



A me i musical non è che piacciano molto, ma Victor Hugo invece sta nella colonnina (corta) dei francesi che hanno dato un contributo spocchia-free alla mia cultura. Sta proprio sotto a Dumas e poco prima di Laetitia Casta (forse lei un po' di spocchia ce l'ha, ma ci passiamo sopra volentieri considerata la misura di seno).
Quindi, in quanto francese meritevole, mi sono fidato più di Hugo che di Hugh Jackman e sono andato al cinema.

Ora, non mi crederete mica l'ultimo degli sprovveduti, sono andato a vedere un musical, ma ci sono andato accompagnato da una ragazza istruita a dovere su come comportarsi:

sabato 16 febbraio 2013

Marvel Now! - Captain America


Il rilancio della Marvel mi ha ufficialmente tirato con se nel gorgo. Sono giorni che leggo come non ci fosse un domani, quindi preparatevi che vi romperò parecchio le scatole. Iniziamo con il vecchio Cap.

venerdì 15 febbraio 2013

Marvel Now! - Thor: God of Thunder



Mi hanno fatto notare che parlo davvero poco di fumetti Marvel. La verità è che ho iniziato a leggere Marvel tardi, un paio di anni prima di Civil War. Appena ho cominciato ho iniziato a comprare TUTTO, in una sorta di mania compulsiva. I motivi dietro la mia furia consumista erano due: il mondo Marvel dei megacrossover era all'apice, quindi se non seguivi superminchio poi non capivi  pieno i retroscena di gente che si mena per dieci splash page di seguito. Il secondo è che avevo iniziato a lavorare, ma ancora non pagavo l'affitto quindi avevo un sacco di soldi e nessuna intenzione di tenerli.
I due fattori, separatamente innoqui, insieme hanno formato una miscela esplosiva che ha portato al riempimento delle librerie di casa e alla successiva cacciata dal focolare (forse questa l'o un po' esagerata, ma stranamente le due cose sono state coincidenti). Gli acquisti erano decisamente esagerati e, arrivato a The Siege (comprando davvero tutta la produzione Marvel) mi sono rotto le palle.
Era un po' quindi che non leggevo granché di spidy and co. (a parte l'universo Ultimate che seguo dall'inizio) poi mi capita tra le mani Thor: God of Thunder.

Storia di Jason Aaron e disegni di sua maestà Esad Ribic.

Un cazzo di capolavoro.
Tre flussi temporali, con Thor giovine e spaccone, maturo e assennato e vecchio e incazzato, che si intrecciano attorno alla bellissima idea di una caccia all'uomo nel tempo. Infatti vedremo i tre Thor scontrarsi con la loro nemesi, un demone assassino di Dei, in tre momenti diversi della vita del Dio, affrontando in tre modi diversi la sfida che gli si para di fronte a seconda dell'età.

E' un cuore nero quello che pulsa nella storia di Jason Aaron, un centro dark che riesce a gettare un'atmosfera fatale a God of Thunder. E la sceneggiatura di Aaron viene supportata da un Ribic in stato di grazia, a sua volta aiutato, dai colori di Ive Svorcina.
L'alchimia scorre potente nel gruppo di lavoro e l'arte di Ribic serve la narrazione in maniera impeccabile, regalandoci tanto tavole di lotta al cardiopalma quanto scorci d'atmosfera a livelli quasi senza paragoni.

Ci vado piano, cerco di evitare di parlarvi troppo della storia per evitare stupidi spoiler, intanto aspetto con ansia il quinto e ultimo albo della serie e vi invito vivamente a procurarvi gli albi.

La notizia positiva è che dopo God of Thunder (e Hawkeye di cui vi parlo fra pochissimo) ho ricominciato a comprare compulsivamente Marvel, indi per cui... ve toccano un botto di inutili recensioni entusiastiche su questo blog.









MM

giovedì 14 febbraio 2013

The Americans



The Americans è una serie ambientata durante la guerra fredda negli Stati Uniti. I protagonisti, straordinariamente, non sono degli agenti dell'FBI, bensì due agenti dormienti Russi. Una famiglia modello con due bambini, la casa in periferia e il prato del giardino davanti casa, tagliato di fresco. Sono due perfetti americani che vivono una terrificante doppia vita.
La serie è uscita su FX (Sons of Anarchy, American Horror story, Justified) a gennaio ed è stata scritta e creata da Joe Weisberg, ex agente FBI diventato professore e poi prestato alla televisione. Weinsberg aveva già lavorato in Damages e Falling Skies, ma The Americans è il suo vero e proprio debutto, un debbutto con i fuochi d'artificio.

Il primo episodio ci catapulta nella vita di Phillip e Elisabeth Jennings, i due agenti KGB. La prima missione a cui assistiamo è il rapimento di un militare russo, Timochev, che si sta per consegnare alle autorità americane. Il piano è rapirlo e rispedirlo immediatamente in Russia dove verrà giudicato. La missione però viene compromessa e i Jennings sono costretti a tenere con se Timochev nel bagagliaio della propria macchina, parcheggiata nel garage di casa, mentre, proprio alla casa affianco, si trasferisce un agente dell'FBI.
La puntata prosegue a ritmi serratissimi, facendo dimenticare il lungo minutaggio per una serie moderna (un'ora tonda) e lasciando attaccati allo schermo con il fiato sospeso fino ai titoli di coda.

La serie affronta in maniera intelligente, un periodo tanto complesso come lo è stato quello della guerra fredda. Da una parte la follia di Regan, dall'altra il modello comunista, in lento disfacimento, in mezzo i Jennings, dilaniati dalla fede verso la madrepatria e il loro dovere di soldati, e una vita sempre più "americana" alla quale sembra ormai impossibile rinunciare.

Forse è la sorpresa di questa stagione televisiva, performance attoriali solide, script interessante e regia all'altezza, aspetto di vedere i prossimi episodi, ma questa premiere mi ha davvero lasciato un buon retrogusto in bocca!

P.S.
Bell'inseguimento iniziale e molto belle anche le scene di menare!

MM