venerdì 23 dicembre 2011

Wrath of the Titans


Ho visto Clash of the titans al cinema. E' stata una delle cose più divertenti che ricordi, il film era terribile, la sceneggiatura semplicemente ridicola, il 3D assente. Eppure mi sono divertito tanto a vederlo, probabilmente merito di quel genio del mio amico Cirincione che per tutto il film ha fatto una telecronaca fitta delle assurdità della pellicola. Comunque sia, è uscito il trailer del sequel di Scontro fra titani, un bel polpettone action con gli effettoni speciali che poi quando li vedi in sala fanno schifo e la colonna sonora rock che da quando l'ha fatto Snyder non si può prescindere.
Mi sa che non ho messo abbastanza virgole, che ho sbagliato un po' di sintassi, ma questo articolo doveva essere così, come il film che andrò a vedere: un po' alla cazzo di cane!


Ora rozzo è rozzo, farà schifo, ma io sono un'inguaribile romantico e penso sempre che se nei film si fa a botte poi un po' mi piacciono.

MM

giovedì 22 dicembre 2011

Half-Life 3


Potrebbe avvicinarsi la fine del mondo, e uno dei segnali è questo: http://www.black-aperture.com/
Il sito è autentico, o almeno lo sembra molto, il web è impazzito, io ho comprato un piede di porco.

[EDIT]
Sembra si tratti di un fake, ma ormai ho il piede di porco quindi andrò a menare quei facili entusiasti che postano subito le notizie sul loro blog senza neanche andare a controllare.

mercoledì 21 dicembre 2011

Lo Hobbit


Annuncio-telegramma
Primo trailer per il lavoro di Jackson,  primi brividi da fan. Amore a prima vista per Martin Freeman nella parte di Bilbo. Trailer dai ritmi lenti, ancora presto per dare giudizi. Stop.


lunedì 19 dicembre 2011

Scherlock Holmes a Game of Shadows

Sherlock Holmes 2 é sicuramente in larga scala: più esplosioni, più sparatorie, più scazzottate. Il primo film si reggeva su un sottile equilibrio tra il mito di Sherlock Holmes, le faccette di Robert Downey Junior e i rallenti esasperati di Guy Ritchie. L'aumento di proporzioni del film, l'arrivo di Moriarty e l'investigazione che diventa internazionale, rompono l'equilibrio mostrando più di una magagna.

Lo Sherlock di Doyle, sparisce completamente sostituito da quello che sembra più un supereroe alla Midnighter, in grado di prevedere letteralmente il futuro prossimo. Non sono un tradizionalista, ma l'esasperazione delle capacità deduttive di Holmes vengono utilizzate dallo sceneggiatore senza criterio, applicandole a deduzioni che sarebbero anche alla portata dell'ispettore Clouseau. Esemplare è il momento in cui Holmes, Watson e la zingara (vi prego di non fare domande sulla zingara ci arriverò) sono intrappolati in una cantina sede di un gruppo anarchico. Per scoprire che il camino nasconde un passaggio segreto ci sorbiamo cinque minuti di rallenti e flashback, quando in Scooby doo, di passaggi del genere ne scopriva dieci a puntata Shaggy...Shaggy!
Oltre queste grosse cadute di stile, Guy Ritchie si dimentica totalmente il fattore investigativo, le deduzioni di Sherlock sono disumane, non geniali.

Le faccette di Robert Downey Jr fanno ridere per la prima mezz'ora, poi diventano la punteggiatura tra un rallenti e un costume buffo. La comicità concitata del primo film lascia il posto a una serie di gag da piccole canaglie, esagerate e caricaturali, confinanti con la rozzezza e sconfinanti nel caso di Mycroft che, senza motivo, fa colazione completamente nudo difronte alla moglie di Watson.
3,2,1 e... Faccetta!
Un ultimo commento sugli zingari. Nel film c'è un gruppo di zingari che vive nella bucolica campagna parigina che aiutano Holmes e Watson. Non sono gli zingari divertenti di The Snatch, né quelli magici della tradizione, né i ladri delle storie d'avventura. Sono zingari inutili, i loro nomi li conosciamo un momento prima che il cattivo di turno gli spari alle spalle, piangiamo le loro morti con l'indifferenza di chi ne molla una in metro. Il loro unico merito è farci capire quanto Guy Ritchie si sia dimenticato della mitologia di Doyle, regalandoci una scena terrificante in cui, incurante della sua zoppia, Watson balla la giga al campo zingaro.

La delusione è stata grande, non mi va neanche di scherzarci troppo perché le vacanze di natale mi stanno deprimendo e riponevo molte aspettative nel film. Per fortuna è in arrivo la nuova stagione di Sherlock alla BBC, quindi fate come i grossi mammiferi, andate in letargo per le vacanze natalizie, rivedete il Giorno della Marmotta, Gremlins, S.O.S. Fantasmi e aspettate il disgelo.

MM

domenica 11 dicembre 2011

The Clone Wars e l'attesa per The Old Republic



Sono in preparazione Star Wars: the Old republic, ho tirato fuori la spada laser giocattolo, giro per casa con l'accappatoio marrone e provo a spostare gli oggetti con il pensiero, sono quasi certo che ieri il mio cappello di Indiana Jones si sia mosso sul tavolo. Oltre a fare il cretino mi sono anche rivisto tutti i film della saga e ho cominciato a vedere The Clone Wars la serie in animazione digitale dedicata al lungo periodo di tempo che intercorre fra episodio II ed episodio III.
Avevo sempre sospettato fosse una roba da bambini, ma visto che sto seduto a scrivere con un spada di plastica sulle gambe non sono è che possa fare troppo lo schizzinoso. Come spesso succede però le apparenze ingannano e la serie televisiva della Lucas Art mi ha stupito. In poco più di una settimana mi sono sparato la prima e la seconda stagione. La verità è che, come tutti gli appasionati di Star Wars, sono affamato di informazioni sul mondo dei Jedi e The clone wars è uno spaccato completissimo della vita nella repubblica, allarga gli orizzonti dei film raccontando storie dietro la storia, rivelando retroscena politici e militari. I protagonisti delle puntate sono in primis Obi Wan, Anakin e la sua giovane padawan Ashoka Tano, una giovanissima Togruta (per capirci quelle con i codini in testa). Come vi ho detto però The Clone Wars allarga di molto gli orizzonti incentrando puntate su i droidi di Anakin, sui cloni, su Padme e, ahimé su Jar Jar Binks (una sola puntata a stagione comodamente saltabile). La sorpresa più grande sono state le puntate incentrate sulle truppe dei cloni, tutti uguali e tutti diversi, dotati di una fortissima unità di gruppo e grandi individualità. Nota ultra-nerd: viene spiegato, all'inizio della seconda stagione il motivo per cui i troopers dei film della triologia originale non siano fichi come quelli che combattono la guerra dei cloni e non riescano a sparare a un rankor nemmeno se quello è addormentato. Il dna di Jango Fett, utilizzato per creare l'esercito di cloni, sembra si deteriori con l'uso, dando vita a squadre sempre più scadenti. Questa è solo una delle mille chicche che ci regala la serie animata che mette in campo un comparto grafico davvero ad alto livello e un design dei personaggi a cui poi si è ispirato il gioco in uscita della Bioware. Le storie, soprattutto le One-shot sui cloni, sono davvero appassionanti e le grandi scene di guerra d'impatto. Devo ammettere che in questo momento vedrei qualunque cosa con il marchio giallo e nero e le musiche di John Williams, ma sono altrettanto sicuro che The Clone Wars sia uno splendido intrattenimento in attesa di mettere le mani sul più bel gioco di tutti i tempi, sì lo è già prima di uscire e non voglio sentire nessuno lamentarsi del suo predecessore Star Wars Galaxies.

MM

Video Bonus con delle favolose scene di combattimento tra jedi tratte dalla serie in cui si vedono davvero delle bellissime coreografie.

sabato 10 dicembre 2011

Diablo 3 uscita



Niente di ufficiale sia chiaro. La Blizzard insiste con il suo "uscirà quando sarà pronto". La verità è che se vanno avanti così non sarà mai pronto.

Comunque in rete iniziano a circolare rumors circa la data relase.


La più inflazionata è quella che vuole Diablo III negli scaffali dei nostri negozi di videogiochi preferiti il 17 Gennaio. 
Da dove è partita questa voce?
Da questo:


A voi l'ardua scelta se credere o meno a queste voci.

Se invece andate sul sito di GameStop trovate il pre-order del gioco e la data del rilascio che dice 30/03/2012

Nel frattempo cresce la scimmia per Star Wars Old Republic che ci farà dimenticare per un bel po' il gioco più atteso di sempre!

Che la forza sia con voi
RT



giovedì 8 dicembre 2011

Warrior


Warrior è un film maschio e asciutto, e così sarà la mia recensione, maschia e asciutta, tanto maschia da far crescere il pelo sul petto a chi la legge.

Tutto ha inizio quando Tommy, ex-marine, torna a casa dal padre alcolizzato. Vuole tornare ad allenarsi e vuole che il padre lo aiuti, ma non è in vena di smancerie. Tommy è uno che pianta i chiodi col palmo della mano e lancia occhiate di fuoco peggio di superman.
Paddy, il padre di Tommy ha anche un'altro figlio, Brendan. Brendan è un professore di fisica, ha una moglie, due figlie di cui una malata e una bella casa nei sobborghi che la banca gli vuole portare via.
Naturalmente lui ha lo sguardo serio e maturo, ma è tosto come il ferro e si riuscirebbe a rialzare anche dopo essere stato investito da un tir.
Il riscatto per tutti e due i fratelli si presenta come un torneo con in palio la bellezza di cinque milioni di dollari, lo "Sparta".
Sono tutti e due degli sfavoriti, anzi i commentatori non fanno altro che ripeterci che non dovrebbero neanche trovarsi lì, ma sia l'iracondo Tommy che il posato Brendan non sono lì ha fare le trecce ai cavalli e si fanno strada a forza di cazzotti pesanti come mattonate.

Il film non riserva molte sorprese, ma prosegue dritto per la sua strada veloce come un diritto ben assestato. I due fratelli hanno il fisico di tori da rodeo e Tommy in particolare ha una musculatura che non sembra neanche del tutto umana. I cazzotti sembrano veri, le scene di lotta ben girate e il ritmo coinvolgente. L'unica pecca di Warrior sta forse nella sua lunga durata, ma alla fine è una specie di Rocky alla seconda e deve prendersi i suoi tempi per presentarci, non uno ma ben due eroi.

Come promesso sono stato asciutto e maschio, ora vado a farmi trecento flessioni su un braccio e a bermi sedici tuorli d'uovo... ci rivediamo all'ospedale.

MM

mercoledì 7 dicembre 2011

Dc New 52 (L'uomo più veloce del mondo e quello che puzza di pesce)

Ho preso questo reboot della DC come un'occasione per leggere anche le testate a cui non mi ero mai avvicinato, in particolare mi preme parlarvi di due personaggi, Flash e Aquaman.

Aquaman #1-#2-#3
Sono stato una persona cattiva a definire Aquaman "quello che puzza di pesce", ma effettivamente siamo abituati a pensare a lui come a una specie di supereroe sfigato e un po' marginale, della serie: -Mi spiace Acquaman, ma non puoi venire neanche questa volta con la Justice League, i cattivi hanno attaccato un'altra volta in montagna!-. Jeff Johns invece non è cattivo come me e si mette alle redini della testata dando ad Aquaman un ruolo da peso massimo nel panorama della DC. I suoi poteri, oltre a respirare sott'acqua (cosa che fanno benissimo anche superman e metà degli altri personaggi DC...l'altra metà usa il boccaglio) ora il principe di Atlantide è in possesso della superforza, di una favolosa resistenza, e della capacità di fare salti belli alti, insomma ha dei poteri decenti. Johns forse con questa nuova run di Aquaman riuscirà a ridare (ne ha mai avuto?) lustro a uno dei personaggi con i costumi più fighi della DC e la sua ricetta sono: tante botte, profondità marine inquietanti e infestate di mostri, il tutto tenuto assieme da una nerd-ironia senza pari. La cosa che ho subito notato, e che potete notare anche voi guardando qui a sinistra, sono le copertine: l'acqua in cui si immerge Aquaman è nera, proprio come l'atmosfera di questi primi tre numeri in cui i cattivoni di turno sono una strana razza di pesci carnivori. Forse sono io che sono sempre stato molto impressionabile (Lo Squalo l'ho visto la prima volta che avevo già la patente), ma mi sembra che Johns abbia colpito nel segno toccando le corde della nostra naturale paura per l'abisso.



Flash #1-#2-#3
Se Aquaman proprio non lo conoscevo, almeno con Flash avevo come pietra angolare della mia critica il telefilm anni novanta e la "stagione" di Jeff Johns sulla serie regolare. Flash ha la tuta Rossa, i fulmini sopra le orecchie e in fondo in fondo è uno che va molto veloce (sò un'esperto del personaggio). Negli anni i poteri del fulmine rosso sono aumentati, la velocità gli dava la capacità di attraversare i muri, di muoversi fra gli universi e di arrivare a casa in tempo per non perdersi neanche una puntata di Lost. La mostruosità dei suoi poteri ha permesso la creazione di una miriade infinita di storie, ma forse ha anche rotto il giocattolo (un po' come succede per superman). Troppo potere=responsabilità incomprensibili al lettore.
Il reboot della DC fa un buon lavoro sul corridore scarlatto, mettendo in piedi una storia leggera, divertente e disegnata in maniera eccezionale, con soluzioni grafiche che mi hanno davvero stupito. Bucellato colora anche le sue tavole e si vede, il colore non riempe solo gli spazi bianchi, ma diventa parte integrante del disegno, regalandoci delle atmosfere molto apple... non so perché l'ho scritto, ma è effettivamente la prima cosa che mi è venuta in mente guardando il lavoro di Buccellato, elgante e cool. Per quanto riguarda invece la sceneggiatura di Manpul è davvero geniale l'idea che il cervello di Flash non riesca ad andare veloce quanto le sue gambe e che quindi la velocità del suo pensiero sia il suo limite più grande. La cosa si evolve, accelerando i suoi pensieri Flash può "prevedere" quello che accadrà e agire sulla catena di eventi che sta per sucedersi davanti ai suoi occhi. Insomma Flash è rimasto molto nerd e la cosa mi piace!







MM


lunedì 5 dicembre 2011

Bored to Death

 [Prima Guest Star su Birra e Darth Vader, il famigerato Giulio Antonio Gualtieri, che per l'occasione ci parla della sua serie favorita (che poi gli ho segnalato io). Buona lettura a tutti. MM]

La luce del lampione è fioca e non mi consente di vedere bene. Sono appostato qui da più di due ore e dei due blogger ancora non c'è traccia. Quei maledetti nerd riescono a rimanere dietro al computer per ore e a me tocca prendere freddo. Per fortuna mi sono portato da leggere. No, non è una battuta. Il mio cliente vuole pubblicare questa recensione a loro insaputa ed io ad aspettare qui sotto mi sto annoiando, per cui credo che gli darò una letta.

Bored to Death è un mirabile esempio di televisione creativa e sperimentale. Le condizioni di partenza sono semplici ma efficaci. Jonathan Ames è uno scrittore di libri noir che non riesce a concludere il suo secondo libro. Viene lasciato dalla fidanzata e così si rimette a leggere i classici di Chandler. Spinto dalla voglia di immedesimazione, decide di mettersi in gioco come detective privato e pubblicato un annuncio su Craiglist. I casi che gli verranno proposti sono diversi da quelli che si aspettava, ma la sua professionalità gli impone di occuparsi di tutto, anche di skate smarriti. Ad accompagnarlo nelle sue avventure ci pensando i suoi due amici, George, ricco e affascinante sessantenne con una forte passione per le donne e la marijuana e Ray, corpulento disegnatore di fumetti vittima delle sue stesse incertezze.
Tre personaggi piuttosto distanti dagli standard classici di Hollywood, eppure a guardar bene neanche così lontani.
La serie è infatti un mirabile omaggio al genere noir, stemperato però da toni da commedia grottesca. Sintesi perfetta del prodotto è l'ambientazione newyorkese, centrale per lo sviluppo delle trame narrative. Solo in una città come New York, simbolo dell'America eppure ancora profondamente europea, poteva nascere questa strana alchimia.
Con il noir, oltre ai temi investigativi, i tre condividono una forte avversione per i vincenti. Come Marlowe prima di loro, sono incapaci di affermarsi nel mondo e preferiscono perdere con stile piuttosto che sporcarsi le mani.
I toni grotteschi potrebbero spesso sembrare esagerati, ma la grande leggerezza della scrittura produce un meccanismo di sospensione dell'incredulità piuttosto forte, per cui si finisce per accettare qualsiasi stranezza con una risata.
Come molte serie prima di questa, la quadratura del cerchio è stata trovata nel corso della produzione e dalla seconda serie in poi gli autori hanno compreso che tutti e tre i personaggi principali avevano bisogno di essere protagonisti.

domenica 4 dicembre 2011

Tradizioni Natalizie: l'albero



Sono sensibile al Natale. Più che altro sono sensibile al periodo che lo circonda e alle tradizioni che lo caratterizzano che prescindono dalla fede cristiana, che scorre assai scarsa in me. No, è un amore del tutto laico.
Come ogni bambino fortunato del pianeta Terra sono cresciuto ad alberi di Natale, presepi, babbi natali, regali impacchettati con carte colorate, stelle, stelline, film natalizi, caldarroste, addobbi e luminarie a via del Corso.
Inoltre ho sempre trovato assai sterili tutti quei discorsi di contro-cultura sull'aspetto commerciale e consumistico del Natale, anche nel mio periodo da metallaro anarchico più fervente.
Il Natale mi piace in tutti i suoi aspetti, più o meno condivisibili. A Dicembre non c'è niente di meglio di vedere "Mamma ho perso l'aereo" mangiando torrone e panettone e dopo farmi una tombolata con gli amici.



Ecco perché ho deciso di dedicare alcuni post di B&DV alle tradizioni che mi hanno sempre accompagnato in questo periodo. Non so ancora bene quali affrontare, ma inizierò sicuramente con l'albero a cui seguiranno sicuramente un articolo sulla figura di Babbo Natale e un altro sui miei film preferiti di questo magico periodo.


L'ALBERO DI NATALE 






Come spesso accade le origini di vari rituali natalizi si perdono nel tempo e giungono a noi arricchiti a seconda del periodo e del popolo che hanno attraversato. E' impossibile stabilire quale sia stato il primo albero natalizio e, anche fosse possibile, risulterebbe assai diverso da come lo concepiamo oggi. Sicuramente le origini sono nord europee e hanno una forte caratteristica pagana.

L'albero di per se è un forte simbolo che si ritrova in molte religioni e credi. Dall'albero della Vita, al Brahaman indiano, ovvero l'albero Cosmico, passando per il germanico Yggdrasill.
L'albero rappresenta spesso la manifestazione divina del cosmo o, nel caso del nostro albero natalizio (che ricordiamo è un Abete) essendo un sempreverde assume anche un simbolismo di prosperità e di buon auspicio per l'inverno.

Tra le possibili origini dell'albero come simbolo natalizio (inteso come periodo) ci sono quelle di Tallin, in Estonia, dove, a partire dal 1441, veniva posizionato questo grande abete nella piazza principale e in torno al quale scapoli uomini e donne danzavano alla ricerca di un compagno. Altra storia vuole il primo albero nel 1570 a Brema o nel 1510 a Riga (Lettonia). In Germania, invece, nel medioevo era tradizione riempire piazze e chiese con alberi addobbati di frutti (simbolo di abbondanza)

Quale sia la sua origine sembra che il primo ufficiale sia quello introdotto come tradizione dal Principe Alberto, consorte della regina Vittoria, nel 1841 in Inghilterra.

Ha sicuramente fascino invece la piccola leggenda che narra così:




"In un remoto villaggio di campagna, la Vigilia di Natale, un ragazzino si recò nel bosco alla ricerca di un ceppo di quercia da bruciare nel camino, come voleva la tradizione, nella notte Santa. Si attardò più del previsto e, sopraggiunta l'oscurità, non seppe ritrovare la strada per tornare a casa. Per giunta incominciò a cadere una fitta nevicata.
Il ragazzo si sentì assalire dall'angoscia e pensò a come, nei mesi precedenti, aveva atteso quel Natale, che forse non avrebbe potuto festeggiare.
Nel bosco, ormai spoglio di foglie, vide un albero ancora verdeggiante e si riparò dalla neve sotto di esso: era un abete. Sopraggiunta una grande stanchezza, il piccolo si addormentò raggomitolandosi ai piedi del tronco e l'albero, intenerito, abbassò i suoi rami fino a far loro toccare il suolo in modo da formare come una capanna che proteggesse dalla neve e dal freddo il bambino.
La mattina si svegliò, sentì in lontananza le voci degli abitanti del villaggio che si erano messi alla sua ricerca e, uscito dal suo ricovero, poté con grande gioia riabbracciare i suoi compaesani. Solo allora tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi: la neve caduta nella notte, posandosi sui rami frondosi, che la piana aveva piegato fino a terra. Aveva formato dei festoni, delle decorazioni e dei cristalli che, alla luce del sole che stava sorgendo, sembravano luci sfavillanti, di uno splendore incomparabile.
In ricordo di quel fatto, l'abete venne adottato a simbolo del Natale e da allora in tutte le case viene addobbato ed illuminato, quasi per riprodurre lo spettacolo che gli abitanti del piccolo villaggio videro in quel lontano giorno.
Da quello stesso giorno gli abeti nelle foreste hanno mantenuto, inoltre, la caratteristica di avere i rami pendenti verso terra."

Per quanto riguarda gli addobbi, tralasciando le origini, le luminarie classiche come le intendiamo oggi sono un idea di Edward Johnson, aiutante di Thomas Edison. Uno a cui le lampadine non mancavano di certo!

Sebbene sia una tradizione che nasce nel nord Europa col tempo è diventato un rituale mondiale e uno dei più forti simboli del Natale. Inizialmente snobbato dai cattolici, poichè tradizione luteriana, è stato poi abbracciato anche dal Vaticano. Fu proprio Giovanni Paolo II a fare erigere a Piazza San Pietro quello che è considerato l'albero natalizio più alto di tutti, con i suoi 30 metri di altezza. Alla faccia di Rockfeller!

Nota finale: è tradizione (italica) addobbare l'albero il giorno dell'immacolata, così come le varie luminarie per le strade commerciali nelle varie città. Noi di B&DV ci accodiamo a quella perfida lobby dei commercianti che ogni anno iniziano prima ad allestire vetrine e quant'altro con luci e lucine!


Che lo spirito natalizio sia con voi!

RT


p.s.
beccatevi pure st'infografica!

lunedì 28 novembre 2011

ROSA

Forse lo avete già visto. Nel caso contrario prendete e godetene tutti.
QUI il sito ufficiale

"ROSA is an epic sci-fi short film that takes place in a post-apocalyptic world where all natural life has disappeared. From the destruction awakes Rosa, a cyborg deployed from the Kernel project, mankind’s last attempt to restore the earth’s ecosystem. Rosa will soon learn that she is not the only entity that has awakened and must fight for her survival. 
The short-film was created entirely by young comic-artist Jesús Orellana with no budget during a single year. Since it's world premiere at the Seattle International Film Festival, ROSA has been an official selection at film festivals around the world such as Screamfest, Toronto After Dark, Anima Mundi or Los Angeles Shorts Film Festival. In October ROSA was screened at the opening night of the Sitges International Film Festival, considered the world's best festival specialized in genre films. Following the succesful festival run, the short film has attracted the attention of the major talent-agencies and Hollywood producers. Currently ROSA is in development to be a live-action motion picture."




ROSA from Jesús Orellana on Vimeo.

domenica 27 novembre 2011

Dc New 52 (terza parte)

Batman #3
Il dinamico duo Snyder-Capullo, continua ad incantarmi. La terza puntata della saga è più riflessiva, meno botte e, finalmente, il pipistrello torna a indagare. Sotto Morris sicuramente Batman ha guadagnato molto (tra cui un figlio), ma Snyder conosce il vecchio Bruce e fa rivivere il detective che è in lui. Batty è sempre sulle tracce della Court of Owls, e quando annusa una pista il cavaliere oscuro non molla. Capullo gestisce bene un'altra volta le vedute di Gotham e Batman in costume, il mio unico dubbio le fattezze di Bruce senza maschera, il mio cuore invece batte forte per il design dei Gufi, le loro armature stempunk e i loro covi segreti. Batman è decisamente il fumetto che mi fa continuare ad andare avanti con i New 52.

sabato 26 novembre 2011

Awake Serie Tv

 Awake è davvero la serie che mi sta facendo rodere dall'attesa, è molto complicato spiegare esattamente la trama quindi vi prego di vedervi il trailer qui sotto e poi continuare a leggere, vi assicuro che ne vale la pena.
 
Vi è schizzato un neurone dal naso per la sorpresa?
Awake ha davvero i numeri, è una serie diversa, ha un protagonista, Jason Isaacs che mi sembra perfetto per la parte, ma soprattutto si basa su teorie scientifiche molto affascinanti:
In principio era Il paradosso del Gatto di Schrödinger. Non mai amato la fisica, ma quando ci spiegarono questa teoria a scuola io e la materia scientifica ci facemmo una sveltina. Cercherò quindi di spiegarvi quello che ho capito, e vi prego non fuggite, la cosa potrebbe piacervi.
Erwin Schrödinger, era uno studioso della meccanica quantistica, famoso per aver formulato il paradosso dell'omonimo gatto. Nell'esperimento, del tutto teorico (gli animalisti si tranquillizzino), un gatto viene messo in una scatola con una piccola quantità di una sostanza radioattiva. All'interno della prigione, vi è anche un marchingegno formato da un contatore Geiger collegato a un martelletto pronto a rompere un flacone con del cianuro. Se in un'ora di tempo, un atomo della sostanza radioattiva decade, il contatore scatta e il martelletto si aziona, rompe la fiala e uccide il gatto. Al contrario se nessun atomo della sostanza radiottiva decadesse, il gatto dopo un'ora sarebbe ancora vivo. Teoricamente questo significa che prima che intervenga il ricercatore e apra la scatola le affermazioni "il gatto e vivo" e "il gatto è morto" sono ugualmente vere. Nella scatola chiusa, ci sono quindi contemporaneamente un gatto vivo e uno morto.


Da questo affascinante esperimento (ripeto tutto mentale, gatto Silvestro non c'ha rimesso le penne) i fisici hanno continuato a pensare alla cosa. Me li immagino seduti in cerchio in una stanza bianca e vuota, tutti in silenzio a spremere le meningi.
Sono passati gli anni e da questo esperimento è scaturita la famosissima teoria del Multiverso o dei Molti Mondi, in cui sguazza da sempre la letteratura e la filmografia di fantascienza. L'idea di mondi paralleli e di realtà alternative, una teoria affascinante e dagli impieghi letterari praticamente infiniti.
Due scienziati, Moravec e Marchal, hanno particolarmente stressato le loro sinapsi nella stanza bianca e vuota, fino ad uscirsene con l'idea del suicidio quantistico o anche immortalità quantistica. La teoria vorrebbe che, nel caso un ricercatore si mettesse accanto a una bomba atomica e la facesse deflagrare, ci sono, in potenza, dei mondi, delle realtà, in cui il ricercatore non morirebbe. La bomba potrebbe risultare guasta o potrebbe ottenere la salvezza tramite un evento "miracoloso". E' quindi chiaro che in un numero infinito di mondi possibili c'è sempre un modo di salvarsi, anche dall'esplosione di un atomica e l'uomo quantico è quindi, virtualmente immortale.
Awake ci mette difronte a un sistema quantistico simile a quello del Gatto di Schrödinger o al Suicidio di Moravec e Marchal, e aggiunge al paradosso fisico il pepe di una narrazione a cavallo fra fantascienza e crime. 
Ora se non avete capito nulla di quello che ho detto è sicuramente per colpa della mia totale inesperienza nel campo scientifico, i miei voti disastrosi in matematica e fisica lo attestano irrevocabilmente, ma, in un'altra realtà sono sicuro che esiste un Michele geniale che sta costruendo una macchina per viaggiare tra i mondi ed è pronto a venirvi a spiegare tutto più chiaramente... mentre aspettiamo vediamoci insieme Awake l'11 febbraio, chi non lo vede è un gatto di Schrödinger morto!

MM 

mercoledì 23 novembre 2011

Il cuoco di bordo ovvero l'Isola del Tesoro: Una storia per ragazzi


Il titolo del nostro post era anche il titolo provvisorio con cui Stevenson si riferiva al suo capolavoro "L'isola del tesoro" in una lettera all'amico W.E, Henley. Se questo non attira i ragazzi, allora sono proprio dei degenerati dai miei tempi, continua lo scrittore, sancendo l'inizio della letteratura di genere per ragazzi.
Ben centoquattordici anni dopo un bimbetto biondo di dieci anni leggeva il titolo dorato, sulla copertina del romanzo di Stevenson. Quel ragazzino ero io e a distanza di anni , quattordici ad essere precisi, sono diventato più alto, ho capito che le ragazzine non erano così noiose, ma il libro di Stevenson ancora esercita su di me un fascino impressionante. Ho ricominciato a leggere L'Isola del Tesoro questo pomeriggio, sicuro di leggerne qualche pagina prima di addormentarmi. Sorprendentemente, e con mia somma gioia, non solo non sono riuscito a chiudere occhio, ma sono stato rapito dalle pagine del libro proprio come la prima volta. Deve esserci, nel lavoro di Stevenson, il segreto della giovinezza, perché il libro non è, a dispetto di quanto egli stesso sostenga, una storia per ragazzi, bensì una storia che fa tornare ragazzi. L'assimilazione del punto di vista di Jim Hawkins, il protagonista e voce narrante della storia, è pressocché immediata. Dopo poche righe, anche se siamo cresciuti, non possiamo non provare la stessa paura di Jim nei confronti del Capitano e poi di Black Dog e del misterioso Cieco. L'isola del tesoro non ha camera di decompressione, niente tempo per farti ambientare o per prendere fiato prima del tuffo, è azione allo stato puro.
Centoquattordici anni dopo la sua pubblicazione il libro di Stevenson mi fece innamorare delle storie d'avventura, decretò il mio odio profondo per Il Piccolo Principe e la mia venerazione per le Storie.
Non penso che questa mia pseudo recensione possa continuare su binari di obbiettività, questo perché, è una lettera d'amore indirizzata a uno dei miei incrollabili miti e un invito a tutti quelli che non l'avessero ancora fatto, a tornare per qualche ora all'unica isola che non c'è che io abbia mai davvero conosciuto... accompagnati per l'occasione, non da un metrosexual in calzamaglia verde, ma da un burbero bestemmiatore con la gamba di legno.

MM

Mini Rece -con colpevole ritardo-

Veloci recensioni di film persi al cinema degni di nota... o anche no...

13 Assassini




Film di Takashi Miike, uno da quattro film l'anno. Uno che  spazia da riadattamenti live action di anime a film violenti sulla yakuza. Uno che è diventato mito di Tarantino. Uno che con 13 Assassini ha girato, per me, un capolavoro. Un gruppo di 13 samurai, ronin e banditi avranno il compito di uccidere il nipote dello shogun, un pazzo squilibrato che porta morte e distruzione e rischia di rovinare lo shogunato. Remake dell'omonimo film del '63 di Kudo Eichiiil film si divide in due parti: la prima, in cui si spiegano le motivazioni politiche e personali che porteranno i 13 a compiere la loro azione, che è puro manierismo  cinematografico. Cura di ogni singola inquadratura alla ricerca della perfezione. Jidai geki d'altri tempi e di kurosawana memoria. Una delle scene più crude di questa prima parte vede una povera vittima del cattivo che rispondendo alla domanda del protagonista "cosa ne è stato della tua famiglia?", priva delle braccia (amputate dal cattivo), con un pennello in bocca scrive su una pergamena "MASSACRO TOTALE". 
E quella pergamena, come una pistola in un film noir che se la vedi all'inizio del film sai che prima o poi sparerà, sarà l'apertura della seconda parte. Per l'appunto un massacro totale, 13 contro 200 in un susseguirsi di combattimenti truculenti, katanate come se piovessero in una danza di guerra senza esclusioni di colpi.
Da vedere assolutamente


Voto: 9




Drine Angry




Se amate la nouvelle vague e il cinema d'autore non solo avete sbagliato film, ma anche  blog.
Sedetevi sul divano con il giusto mood e preparatevi a un film che è un omaggio al genere trash e ai b-movie di una volta. 
Incipit davvero divertente, trama mai troppo pretenziosa e sceneggiatura rozza e graffiante. Il titolo la dice lunga. Nicolas Cage è l'attore perfetto per un film di questo genere e viene accompagnato per tutta la pellicola da una gnocca stratosferica, al secolo Amber Heard (già vista su The Ward) in puro texas style!
John Milton (Cage) scappa dall'inferno per perpetrare la sua vendetta ai danni del folle Jonah, satanista in stile Manson. Sarà un inseguimento mozzafiato che vedrà in testa il satanista inseguito da Milton inseguito a sua volta dal "contabile", personaggio che da solo merita la visione del film interpretato da un sublime William Fichtner.
La scena centrale con Cage che affronta una sparatoria mentre si scopa una cougar con occhiali da sole in dosso e sigaro in bocca è pura goduria.


Voto: 6,5




L'Ultimo dei Templari




Quasi mi vergogno a mettere due film di fila con Nicolas Cage. Sarà forse un senso masochista o un gusto del trash.
Devo fare mea culpa, perché quando è uscito questo film lo avevo snobbato. Un po' per colpa di Cage con l'ennesimo parrucchino e vestito da templare, un po' per la traduzione pessima del titolo italiano (in originale "The season of the witch", meglio no?!).
Sta di fatto che mi sono goduto la pellicola e, se superate incolumi la prima parte in cui i templari vengono dipinti come dei cretini che ammazzano qualsiasi cosa si muova in nome di dio, vedrete un piacevolissimo film on the road. Una storia che punta tutto sui dubbi morali che mette in campo la strega. Un viaggio dove i nostri eroi dovranno affrontare i loro fantasmi. Un finale a sorpresa che abbandona l'on the road e diviene horror. Il regista, Sena, riesce a tenere tutto in bilico anche se in maniera precaria. E poi basta la presenza in scena di Ron Perlman ad alzare il livello!


Voto: 6




Kung Fu Panda 2




Meglio del primo. E la recensione potrebbe finire qui.
Ma sprechiamole due parole.
Il capitolo precedente non mi aveva convinto. Non riuscivo a leggere la morale nella maniera corretta e per me suonava come "è inutile che ti alleni per 20 anni in un monastero imparando il kung fu, anche un panda ciccione senza capacità può farcela". E io non riuscivo a condividere.
Questo secondo capitolo invece non solo raddoppia lo spettacolo visivo, con una grafica davvero sensazionale e dei combattimenti divertenti, ma intavola una trama che parla del labile confine tra bene e male e di conflitti irrisolti col proprio passato e di come questi possano portarci su strade diametralmente opposte. E come ogni cartone che si rispetti di questo genere ha più livelli di lettura appagando sia il bambino che l'adulto. 


Voto: 7

martedì 22 novembre 2011

Troppe favole

Negli ultimi due anni abbiamo accumulato un quantitativo imbarazzante di prodotti che rileggono in chiave moderna, realistica o simili, le fiabe.

Della serie:

Red Riding Hood dalla regista di Twilight. 

Grimm di cui vi ho già parlato qui.

Once Upon a Time, na serie brutta.

fino al nuovissimo Snow white with the Huntsman, con la protagonista di Twilight.

Quasi tutte queste produzioni sono un mezzo fallimento, ma continuano a produrre cose simili, la mia domanda non è tanto perché, la mia domanda piuttosto è perché non ispirarsi alla cosa più bella fatta con le favole?




MM

lunedì 21 novembre 2011

Young Justice, ci sono ancora i cartoni di una volta?


Da piccolo vedevo un sacco di cartoni animati, non penso sia una mia particolarità, lo facevamo tutti. Ultimamente però, come succede nelle serate in cui hai poco da fare, insieme a degli amici ci siamo messi a elencare i cartoni che abbiamo davvero amato da piccoli, abbiamo incluso nella classifica solo le serie che potremmo rivedere anche oggi.
(Il campione è formato esclusivamente da nerd di razza pura, la seguente top five, non ha quindi alcun valore commerciale)
  1. Gargoyles, il risveglio degli eroi. Ne ho rivista qualche puntata su youtube, non so se legalmente o meno, ma si trovano tutte. Mi sono impressionato di quanto riescano ancora a piacermi, in particolare la prima puntata doppia è straordinaria. 
  2. Ken il Guerriero. Visto di straforo perchè sennò mia madre mi spegneva il televisore. Era emozionante e la proibizione dei miei non faceva altro che aumentare il mio amore per il messiah postapocalittico.
  3. Batman. La serie scritta da Paul Dini è probabilmente la cosa migliore uscita da Batman, mi spingo a dire anche meglio dei film di Burton. Ha fatto parte del mio apprendistato nerd, mi ha terrorizzato e incantato... ultimamente ho comprato la serie in dvd, a questo proposito avverto amazon che se il pacco non arriva la prossima settimana la mia ira si rivesrserà su tutti loro.
  4. L'uomo ragno. A braccetto con Batman è stato uno dei capisaldi della mia gioventù e ancora oggi conservo la cassetta con i primi due episodi trovata nel cesto del giornalaio sotto casa.
  5. Conan il ragazzo del futuro. Forse la miglior trama orizzontale che abbia mai visto in un cartone animato, Miyazaki al suo meglio e un protagonista in grado di  creare un legame empatico con lo spettatore fortissimo, ok lo ammetto vuol dire che da piccolo piangevo quando lo vedevo... e va bene piangevo anche ieri quando rivedevo la prima puntata.
La lista continuerebbe, ma la verità è che volevo elencare le vecchie glorie solo per dire che la DC dopo molti hanni ha messo a segno una nuova serie. Young Justice è la trasposizione di Teen Titans in una versione leggermente più adulta. Insomma le sidekicks degli eroi formano una squadra che agisce per lo più in incognito, sotto la direzione di un supereroe "senior" a rotazione.

Gli sceneggiatori sono stati bravissimi a gestire il rapporto tra i membri della squadra, dando ad ognuno il proprio ruolo all'interno del gruppo e riuscendo a approfondire il carattere di ognuno rendendo apprezzabile dal più vasto pubblico possibile.
La giovane Justice League non fa un errore classico dei cartoni moderni, cioè trattare i bambini come adulti scemi. E con questo spirito che le puntate hanno una trama orizzontale che le attraversa, i membri della squadra si accoppiano (metaforicamente parlando) tra di loro come fossero puledri nella stagione degli amori e, essendo giovini e inesperti, si ritrovano a dover affrontare, oltre ai super villain, i problemi classici della loro età. Le animazioni sono davvero notevoli, la DC da questo punto di vista ci sta abituando bene, presto vi parlerò dei bellissimi Batman Year One e Justice league: Crisis on two earths, vi assicuro che ci ritroveremo tutti a fare wooow ma allora anche i non-giappo possono fare bei film animati .
La serie animata young Justice mi ha davvero colpito e quindi, contrariamente al solito, mi sono andato a documentare. Tutta questa stagione non è altro che l'adattamento della serie scritta e disegnata da Todd Dezago e Todd Nauck primo punto a favore visto che era una vera figata. Inoltre il produttore è uno che negli anni ha messo le mani su ben due prodotti che ho elencato qui su, cioè: Gargoyles e Spider-man, oltre ad aver scritto il lungometraggio animato Superman/Batman: Apocalipse.
La squadra è evidentemente solida, la prima stagione si compone di tre “volumi” per un totale di ventisei episodi (siamo al 18 per ora). Se continuerà su questi toni probabilmente si guadagnerà l'olimpo tra le serie indimenticabili, nel frattempo riesce a essere abbastanza bella da non farmi vergognare di guardare i cartoni alla mia età! 

Ah e comunque si menano anche un sacco!

MM

domenica 20 novembre 2011

Playo Android -come non scollarsi mai più dal divano-



I così detti media pleyer non avevano mai attirato troppo la mia attenzione, fino ad oggi.

Ma andiamo con ordine; che cacchio è un media player? Fondamentalmente un lettore di file da attaccare alla vostra tv per guardarvi in santa pace la roba che da bravi ladri vi scaricate da internet.
Mi sono sempre accontentato delle opzioni offerte dalla mia xbox che mi permetteva di sincronizzare cartelle video del mio pc e di vedermi i film in tv. L'xbox però ha alcuni problemi a leggere diversi file tra cui l'inflazionatissimo .mkv. Il file matrioska più usato per la compressione di file HD, dai 720p ai 1080p.

Ora, facciamo finta che disponiate magicamente di un file .mkv di un film blu ray da circa 15 Gb e che vogliate spararvelo sul vostro 42 pollici e godere a pieno del fullHD. Come cacchio fate?
Ecco, i media player arrivano in vostro soccorso andando a colmare quel vuoto tra il vostro pc e la vostra tv.
Il fatto che fino ad oggi non mi fossi troppo arrapato con 'sti aggeggi era dato dalla mancanza di alcune opzioni che mi sembravano obbligatorie visti i tempi. Tipo una bella connessione Wi Fi incorporata.

Scopro solo ieri che le cose sono cambiate.
E da prima mi arrapo perché quelli di 4geek hanno tirato fuori un player video col Wi Fi, questo.

E dopo mi arrapo allo svenimento perché hanno tirato fuori questo:



Lo attacchi alla tv con cavo hdmi
Si collega a internet tramite WiFi o cavo ethernet
Condivide sulla tua tv le robe che hai sul pc che ti sei scaricato illegalmente (e mi raccomando ste cose non si fanno!)
Ha ANDROID
Si, esatto, hai capito bene...

Insomma, lo appicciate e avrete sul vostro TV HD l'interfaccia di Android, con tanto di icone, app e meteo. Un Samsung Galaxy di 42 pollici. Con tutte le robe fighe che da andorid.

E c'ha anche il telecomando con tanto do mous pad per navigare al meglio nell'interfaccia!


Insomma se ancora non avete capito bene date una letta alla pagina ufficiale su 4geek: QUI
Oppure spizzatevi qualche video sul tubo (cosa che con questo affare potrete fare sul vostro tv).

Il tutto a 140 euri, su youbuy.it e senza spese di spedizione.

E tutto questo non è una marketta, purtroppo.
Io cell'ho nel carrello e appena ho i soldi lo prendo!

E mi raccomando non scaricate robe da internet che poi ci fallisce la SIAE che è la colonna portante dell'economia italica! Certe cose non si fanno! Comprate cd, dvd e bluray e piuttosto non mangiate! Prima di tutto il superfluo!

RT

Underworld: Awakening




La vampira più gnocca di sempre sta per tornare. E chi se ne frega se 'sto film sarà l'ennesimo cagatone di questa serie. C'è LEI e del resto sinceramente non ce ne importa nulla!
E c'è anche lui, che è un fico!

venerdì 18 novembre 2011

Immortals: 300, lo stai facendo sbagliato


C'è stato un problema. Abbiamo così tanto spinto per far cambiare idea ai critici sui film d'azione, che ora non ci capiscono più un cazzo. Almeno prima li stroncavano senza ripensamente, ora invece sono entrati in confusione e basta che uno dice che le atmosfere del proprio brutto film si ispirano all'arte contemporanea ed ecco che il cervello della critica va in pappa. Questa piccola premessa perché ho appena scoperto che Immortals, secondo la maggior parte della critica, è un bel film. Invece non lo è. Anzi è davvero una delle cose più brutte davanti cui mi sia addormentato al cinema.

La prima e più evidente critica va alla scenaggiatura. L'eroe della storia è completamente inutile allo svolgersi della trama, riesce anzi a fornire al cattivo, interpretato con il pilota automatico da Mickey Rourke, l'arma magica che potrebbe volgere a suo favore la guerra. I compagni dell'eroe sono, se possibile, ancora più insulsi. L'unico a morire guadagnandosi il valahalla è un tizio di cui non si sa neanche il nome prima del funerale. Il compagnone dell'eroe è un ladro che non ruba mai nulla in tutto il film, non scassina una serratura, non usa neanche il coltello, insomma poteva pure fare l'idraulico e nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Inoltre il modo con cui si unisce alla "compagnia" è tanto grossolano da essere addirittura ridicolo, vi riporto quello che mi ricordo del dialogo:
Ladro - Ho intensione di andare a sud, prendere una nave e scappare da questa guerra-
Teseo - Io invece prenderò la nave che va a nord e combatterò Iperione-
Ladro - Va bene andiamo a nord. Meglio essere al fianco di un pazzo che combatterlo!-
Non c'è nessuna azione fra le battute, semplicemente il tipo viene convinto dalla faccia carismatica di Teseo. Signor indraulico-ladro la volevamo informare di una cosa, se si dirige a sud non dovrà in nessun modo combattere contro Teseo, anzi probabilmente non lo vedrà mai più e vivrà una vita lunga e pacifica mentre ripara lavelli.

Seconda nota dolente del film, la messa in scena e la regia. La storia inizia, e si svolge per la maggior parte del tempo, in un villaggio scavato all'interno di una scogliera a strapiombo sul mare. Ora qualcuno mi deve spiegare il perchè. Posso concedere che sia abbastanza scenografica come scelta e che visivamente abbia il suo valore, ma le cose vanno come minimo rese credibili. Un piccolo villaggio, che viene a più riprese definito insignificante, che senso ha costruirlo scavando una parete di marmo a strapiombo sul mare? Un soldato all'inizio del film definisce Teseo un "contadino", ma cosa coltiva il nostro eroe in un villaggio che non ha neanche un'aiuola? E poi la più ridicola fra tutte le scene, la presentazione dell'eroe, che alla sua prima apparizione sta facendo legna con un'accetta sulla scogliera, su una parete di roccia, dove cresce un solo albero, quello che sta tagliando lui. Non penso di dover spiegare altro.
Ma veniamo alla regia...
Il regista indiano Tarsem Singh è indiano e forse nel suo futuro era scritto un luminoso cammino alla regia di film bollywoodiani, poi i suoi genitori hanno deciso di emigrare e tutto il suo destino è mutato e Tarsem ha deciso che voleva fare un film d'azione. A volte cambiare il proprio destino, come succede all'eroe nei bei film d'azione, nella vita reale non porta a conclusioni gloriose. Tarsem sbaglia tutto il possibile, rallentando alla Snyder dove bisognava velocizzare alla Bay, rendendo l'azione noiosa e le scene di massa confusionarie. L'unica nota che poteva essere positiva, cioè una violenza e l'aurea particolarmente dark dei cattivi, viene fortemente depotenziata dalla ridicolezza della trama e delle situazioni. Mi spiace per Mickey che fa la sua porca figura con gli sfregi in faccia, ma che deve fronteggiare un eroe con una carica emotiva disinnescata dalle prime scene alla fine del film.
Gli unici veri immortali!

Vorrei anche che la smettessimo di paragonare Immortals a 300. Il primo è stato girato con dieci milioni di dollari in più del secondo e non può neanche lustrare le scarpe al film di Snyder che lo surclassa sotto ogni punto di vista soprattutto per quanto riguarda il comparto che classifica i due film come action.
La ciliegina sulla torta e la cartina tornasole del totale fallimento di Immortals è il discorso di incitamento di Teseo ai soldati pronti ad affrontare Iperione nella sfida finale. Di 300 ricordo praticamente ogni battuta, e i discorsi machi di Leonida ai suoi spartani ti facevano venir voglia di uscire dal cinema e iniziare a menare il primo che ti passava vicino. Di quello che dice Teseo ai suoi invece non ricordo assolutamente nulla, il suo è un discorso sconnesso in cui vengono ammonticchiate delle frasi fatte, incapace di convincermi anche solo a dare uno schiaffetto al mio vicino di posto, figurati uscire dalla sala per menare qualcuno.

Voto 3,00

MM

mercoledì 16 novembre 2011

BRAVE -Trailer-

               .

La Pixar non mi ha quasi mai deluso. Anzi, la Pixar non ha mai fatto un film che io abbia ritenuto brutto
Magari non ha rispettato alcune aspettative (Toy Story 3) o non è stata all'altezza di produzioni precedenti (Cars) ma una roba brutta non l'ha mai girata.

Ora questo Brave sicuramente non sarà l'eccezione che conferma la regola...

Però a me sto trailer m'ha deluso. 
Mi aspettavo altro. Per carità, chi sa cosa ci aspetta, però da quello che si intuisce dal trailer ho paura che ci troveremo dinnanzi una storia forse un pelo troppo "classica".

Staremo a vedre...